Sono già passati 7 anni dalla morte di Guido Leotta e 5 da quella di Giovanni Nadiani. Il loro lavoro di “agitatori culturali”, le loro opere e la loro amicizia per noi sono delle presenze costanti.

In un suo intervento sulla rivista Torricelliana del 2017, Giuseppe Bellosi così scriveva:

“Nel 2006, nel suo libro La cultura nella città, Alessandro Montevecchi segnalava a Faenza «l’opera di una nuova generazione omogenea per vivacità intellettuale e per interessi, che a partire dal 1985 si era raccolta intorno alla rivista quadrimestrale “Tratti”», una nuova generazione particolarmente attenta alle lingue straniere, soprattutto quelle minori (il gaelico, il fiammingo, il Plattdeutsch Niederdeutsch, cioè il basso-tedesco) e al dialetto romagnolo, e che manifestava «l’intenzione di fare della comunicazione letteraria anche un momento libero di contatto fra esperienze diverse e di democratica valorizzazione delle culture minoritarie». I principali artefici di questo progetto, che nel corso degli anni ha prodotto proficui incontri tra autori di paesi diversi e reciproche traduzioni, sono stati Guido Leotta e Giovanni Nadiani. Con la loro prematura scomparsa si è estinta una delle esperienze culturali più stimolanti e significative a cavallo tra Novecento e Duemila in Romagna, che ha avuto nella rivista «Tratti» (nata nel 1985) e nella casa editrice faentina Mobydick i suoi strumenti operativi e nel «Tratti Folk Festival» la sua iniziativa più coinvolgente”.


“Negli anni passati, per mantenere vivo il loro ricordo, abbiamo toccato altri luoghi, il nostro cortile e la Chiesa di Cassanigo. Quest’anno torniamo alla Casa del Teatro Due Mondi con un ospite d’eccezione, Denis Campitelli che presenterà lo spettacolo “Fat Jazz” costruito sulle poesie e i racconti di Giovanni Nadiani e inserito nella loro programmazione estiva di “Un teatro al verde”. 

Storie brevi, ambientate nella Romagna di oggi, scritte da Giovanni Nadiani, raccontate e interpretate come un assolo jazz.

Un’antropologia mutante raccontata in lingua italiana e in dialetto. Personaggi di mezza età della provincia romagnola, spaesati nel presente tele-pubblicitario, dove si mastica l’anglo-italiano come un chewing-gum. Un mondo illuso da luccicanti promesse di felicità, immerso in un abbandono sconsolato.

Nadiani, poeta dell’oralità, osservava questa sofferta contemporaneità raccontandola con il filtro di un’ironia amara, a tratti davvero comica, com’è tipico del linguaggio dialettale”.

Lo spettacolo si terrà venerdì 23 luglio alle ore 21.30. La Casa del Teatro si trova in via Oberdan 7/A a Faenza.

Domenica 25 luglio, alle 10.30, nella chiesa di Cassanigo, ci sarà una messa in memoria di Giovanni Nadiani ordinata dal fratello Alfonso.