Arriva la solidarietà di Ravenna agli studenti, per lo più minorenni, di Pisa caricati dalla polizia durante un corteo pro-Palestina. L’episodio ha portato ad una seconda manifestazione di protesta che ha radunato a Pisa migliaia di persone. Lo scontro che ha portato al ferito di 11 ragazzi e di 2 agenti di polizia è diventato anche un caso politico, con le opposizioni che hanno chiesto spiegazioni al ministro Piantedosi, mentre Università e docenti delle superiori si sono detti allibiti e turbati. Su tutte le furie anche il sindaco di Pisa.
La questura ha spiegato che il corteo dei ragazzi non era autorizzato e che la carica è scaturita da un momento di tensione e da un contatto fisico fra manifestanti e poliziotti.

Da Ravenna arriva la solidarietà di Rete la via Maestra Ravenna – Insieme per la Costituzione – Insieme per la pace e di Ravenna in Comune

“Abbiamo visto scene bellicose, accadute questa mattina a Pisa e a Firenze.
Se non avessimo avuto a disposizione registrazioni dal vivo, avremmo stentato a credere che giovani che manifestavano in modo del tutto pacifico siano stati letteralmente imbottigliati  in una strada, a Pisa, colpiti duramente dalla polizia con manganellate e, in alcuni casi, gettati a terra e trattati in modo violento e umiliante. Molti poliziotti erano in divisa, alcuni in borghese.
Una polizia in tenuta antisommossa che si getta su corpi inermi di giovani che manifestano per la pace e per il diritto alla vita del popolo palestinese, che corre il rischio di essere cancellato dalla terra, è veramente un brutto e inquietante spettacolo. Non è la prima volta, da qualche tempo, che vediamo la polizia in azioni aggressive, che nulla hanno a che vedere con il dovere di garantire la sicurezza.
Manifestare è un diritto costituzionalmente garantito, un diritto troppo spesso messo in discussione a suon di manganelli, che evocano tempi che la nostra Costituzione aveva gettato alle nostre spalle e consegnato alla storia passata.
Esprimiamo tutta la nostra solidarietà   ai giovani che non si rassegnano alla guerra e alla violenza, che non si rifugiano nella indifferenza e che si mettono nei panni di chi soffre.
Ci uniamo, nell’esprimere la nostra solidarietà, alle associazioni della Toscana, CGIL, ANPI, alla Rete Democratica fiorentina, alle molte e molti insegnanti di Pisa, al Rettore dell’Università di Pisa e ad altre voci che sicuramente seguiranno. Molto significativo il Comunicato del Rettore dell’Università di Pisa, Riccardo Zucchi. Ha convocato una assemblea straordinaria del Senato accademico per il prossimo 14 marzo, aperta al pubblico, per analizzare e discutere quanto avvenuto.
Ci uniamo a chi dice NO ad azioni aggressive, ancora più gravi se esercitate da corpi di polizia, il cui compito è prevenire la violenza, non il praticarla senza ragione.
O la ragione sta nel volere impaurire e prevenire forme attive di partecipazione?
Se così fosse, saremmo, anche in questo caso, fuori dalla Costituzione.
Domani pomeriggio, invece, in accordo con la Costituzione, e nella giornata nazionale per la pace, promuoviamo una manifestazione  per ACCENDERE FARI DI PACE.
E invitiamo tutta la cittadinanza da unirsi a noi.”
Rete la Via Maestra Ravenna – Insieme per la Costituzione.- Insieme per la pace

Ravenna in Comune invece ripropone la lettera scritta dai docenti del liceo pisano Russoli, davanti al quale è avvenuto lo scontro:

“Questa lettera è stata inviata ieri, 23 febbraio, dai docenti del liceo pisano Russoli alle redazioni delle testate italiane chiedendo fosse data la massima diffusione. La pubblichiamo integralmente. Come Ravenna in Comune confermiamo quanto già detto in altre occasioni e, cioè, che la repressione di ogni movimento sta diventando regola. Questo, in un Paese che aspira ancora a dirsi democratico, è inaccettabile. Ieri a Napoli, Torino e Bologna. Oggi a Pisa, Firenze e Catania. Le manifestazioni per la Palestina vengono sistematicamente represse a colpi di manganello.
Anche a Ravenna si stanno moltiplicando gli episodi in cui la libertà di parola, di espressione, di manifestazione, insomma quei diritti garantiti dalla Costituzione, che distinguono la nostra Repubblica dal Regno fascista che l’ha preceduta, sono soppressi, accantonati. Ci sono piazze che vengono sistematicamente vietate, strade che i cortei non possono percorrere, volantini che diventano prove di presunti reati, manifestazioni che vengono impedite, sanzioni che vengono brandite come spranghe, indagini che colpiscono gli antifascisti e si dimenticano dei fascisti, intimidazioni verso gli studenti che occupano le scuole inneggiando alla libertà per la Palestina, eccetera eccetera.
Ieri le manifestazioni previste a Ravenna a sostegno della pace in Palestina e per il boicottaggio del traffico d’armi si sono potute svolgere. Anche oggi confidiamo si potranno svolgere regolarmente. Ma non ci basta. Non può bastare.
Chiediamo a tutte le istituzioni democratiche di manifestare sdegno verso il comportamento delle cosiddette forze dell’ordine e verso chi ha dato l’ordine di sostituire i manganelli alla discussione. Nessuno può tacere: quando a parlare liberamente sono solo i manganelli vuol dire che si è silenziata la democrazia.
UNA GIORNATA DI INAUDITA VIOLENZA DI FRONTE AL LICEO RUSSOLI DI PISA
Gentile redazione,
scriviamo di getto questa lettera, sperando che venga pubblicata.
Siamo docenti del Liceo artistico Russoli di Pisa e oggi siamo rimasti sconcertati da quanto accaduto in via San Frediano, di fronte alla nostra scuola. Studenti per lo più minorenni sono stati manganellati senza motivo perché il corteo che chiedeva il cessate il fuoco in Palestina, assolutamente pacifico, chissà mai perché, non avrebbe dovuto sfilare in Piazza Cavalieri. Gli agenti in assetto antisommossa avevano chiuso la strada e attendevano i ragazzi con scudi e manganelli, mentre dalla parte opposta le forze dell’ordine chiudevano la via all’altezza di Piazza Dante. In via Tavoleria un’altra squadra con scudi e manganelli.
Proprio di fronte all’ingresso del nostro liceo, hanno fatto partire dapprima una carica e poi altre due contro quei giovani con le mani alzate. Non sappiamo se se siano volate parole forti, anche fuori luogo, d’indignazione e sdegno, fatto sta che, senza neanche trattare con gli studenti o provare a dialogare, abbiamo assistito a scene di inaudita violenza. Ci siamo trovati ragazze e ragazzi delle nostre classi tremanti, scioccate, chi con un dito rotto, chi con un dolore alla spalla o alla schiena per manganellate gentilmente ricevute, mentre una quantità incredibile di volanti sfrecciava in Via Tavoleria.
Come educatori siamo allibiti di fronte a quanto successo oggi. Riteniamo che qualcuno debba rispondere dello stato di inaudita e ingiustificabile violenza cui sono stati sottoposti cento/duecento studenti scesi in piazza pacificamente: perché si è deciso di chiuderli in un imbuto per poi riempirli di botte? Chi ha deciso questo schieramento di forze, che neanche per iniziative di maggior partecipazione e tensione hanno attraversato la nostra città?
Oggi è stata una giornata vergognosa per chi ha gestito l’ordine pubblico in città e qualcuno ne deve rispondere”.