La bozza di nuovo regolamento comunale della polizia urbana è stata presentata ieri dalla Giunta comunale, ad opera del vicesindaco, nella commissione consiliare Affari istituzionali. Lista per Ravenna l’ha nel mirino già da quando fu depositata sul tavolo del sindaco il 15 febbraio scorso, rimanendoci otto mesi.
«Se ne vedranno sicuramente delle belle, ma intanto le prime rigacce rosse di Lista per Ravenna sono state messe sull’art. 29: “Servizi igienici per il pubblico”, nel punto in cui è scritto che gli “esercenti dei pubblici esercenti”, oltre a doverli (giustamente) tenere funzionanti, puliti e decorosi, hanno l’obbligo di “consentirne l’utilizzo a chi ne faccia richiesta, senza subordinare la fruizione all’acquisto di beni o servizi”.
In vista della prima discussione di questo nuovo regolamento, che avrà luogo lunedì prossimo 28 ottobre, il capogruppo di Lista per Ravenna, Alvaro Ancisi, ha trasmesso oggi stesso alla presidenza della commissione Affari istituzionali un emendamento che cancella questa imposizione. “Mentre è obbligo degli esercenti di pubblici servizi – scrive Ancisi nella motivazione dell’emendamento – offrire a chi usufruisce del loro servizio toilette funzionanti, pulite e decorose, deve essere lasciata alla loro libera scelta concederne la disponibilità a terzi. Un servizio pubblico di toilette ad uso della cittadinanza e dei turisti e visitatori della città è compito e dovere esclusivi dell’amministrazione comunale”.
Ma la ragione fondamentale è che siffatta norma viola l’art. 41 della Costituzione italiana, esponendosi dunque ai ricorsi giudiziari di qualunque titolare di pubblico esercizio che se ne sentisse danneggiato». Al riguardo, il capogruppo di Lista per Ravenna afferma infatti, trascrivendo passi di questo articolo, che, “siccome ‘l’iniziativa economica privata è libera’, solo ‘la legge determina i programmi e i controlli opportuni perché…possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali’. E per fortuna, il Comune di Ravenna non può fare leggi, almeno finché non sarà riconosciuto come Repubblica Democratica Popolare, qual è di fatto”.
Ancisi non si è fatta mancare una provocazione, riferendosi allo stesso art. 29 del regolamento, laddove impone anche alle “attività per le quali è obbligatoria la predisposizione di servizi igienici destinati al pubblico” di consentire a chiunque ne faccia richiesta il loro utilizzo. Scrive infatti, rivolto alla maggioranza del Consiglio comunale, che, se proprio vuole così, deve se mai “consentire a chiunque l’uso dei servizi igienici attivi nelle sedi aperte al pubblico di enti, società, aziende, agenzie, ecc. che svolgono servizi pubblici (istituzionali, educativi, sociali, imprenditoriali, ecc.), a cominciare da quelle di proprietà del Comune, ma non solo, senza escludere le toilette riservate alle sole funzioni fisiologiche dei loro alti gradi. Si potrebbe coprire capillarmente tutto il territorio comunale, comprese le piccolissime frazioni. Ad esempio, per servire il pubblico della piazza centrale di Ravenna, basterebbe mettergli a disposizione la toilette di Palazzo Merlato la cui chiave è nelle mani esclusive del sindaco. Questa tuttavia non è una proposta di Lista per Ravenna, bensì un richiamo rivolto alla Giunta comunale, proponente del regolamento in oggetto, affinché sia almeno coerente con le proprie suggestioni populistiche. Possiamo però contribuire a scriverla”.
Lista per Ravenna annuncia infine che, entro questa stessa settimana, presenterà una proposta, a cui stava lavorando da tempo, volta ad istituire nella zona della stazione ferroviaria le toilette pubbliche tuttora inesistenti, sulla base di valutazioni tecniche che ne assicurano incontestabilmente la fattibilità, nonché l’ottima e conveniente gestione.