Sabato 30 novembre è in programma una nuova manifestazione contro il green pass. Il ritrovo è previsto in Piazza Caduti per la Libertà alle 16.30. Fra gli organizzatori il gruppo Lavoratrici/ori Auto-organnizzati Romagna che in queste ore ha diffuso un comunicato per spiegare le motivazioni alla base della nuova protesta:

“Il Green Pass non è una misura sanitaria ma uno strumento politico per dividere i lavoratori e i ceti popolari. Siamo contro il Green Pass perché siamo per la libertà di scelta.
Siamo contro il G.P. perché siamo contro la digitalizzazione delle nostre vite. Perché è schedatura della forza lavoro; perché tutti i dati sensibili saranno “merce” da vendere alle assicurazioni di una sanità privatizzata. Perché è il più grande esperimento di “ingegneria sociale” e controllo bio-politico che il capitalismo, usando lo strumento dei vaccini, sta attuando azzerando diritti, libertà collettive e individuali, esautorando le stesse istituzioni parlamentari borghesi sostituite dall’“uomo forte al comando”: Draghi è l’espressione degli interessi delle multinazionali e del grande capitale finanziario”.

“Ci accusano di essere contro questo “sviluppo” tecnico scientifico, contro il “progresso”, contro la scienza medica. È vero, perché pensiamo che la scienza moderna borghese non sia affatto “neutrale” ma di parte: essa è cresciuta e si è sviluppata diventando una delle attività soverchianti della nostra società con il compito di organizzare lo sfruttamento del lavoro e della natura. Lo dimostrano drammaticamente nel 2021 il riapparire di condizioni di lavoro semi-schiavistiche, le migliaia di morti e mutilati sul lavoro, l’aumento delle malattie “professionali”, le produzioni di morte, i nostri bambini che crescono con tracce di metalli pesanti nelle unghie, il ritorno dell’opzione nucleare, il grande business delle Big Fharma mentre giornalisti e scienziati ci parlano di “rivoluzione digitale” e “green economy”.

Non c’è nessun “misterioso complotto” dietro tutto questo. È il sistema capitalistico al suo massimo grado di sviluppo e di crisi che per riprodursi ha dichiarato guerra a gran parte dell’umanità. Prima lo capiamo e prima ci ribelliamo meglio è. Altrimenti fra pochi anni potrebbero non esserci più neanche essere umani in grado di farlo”.