“Bisogna fare molta attenzione ad aprire la strada a richieste ideologiche”.
Lo dichiara il capogruppo LSP di Ravenna: “utilizzare il nome elettivo (nome scelto differente dall’anagrafe) può sembrare una conquista di civiltà come cita la stampa locale ma in realtà è un abuso illegittimo e potrà creare problemi sia agli utenti che alla Start stessa.”
Per l’azienda d’ora in poi chiunque senza l’ufficializzazione statale potrà identificarsi con un’identità non conforme a quella indicata sulla carta d‘identità che in caso di problemi andrà a scontrarsi con la reale identità, aderendo ai diktat sull’identità di genere, concetto che va a sostituire sostanzialmente il sesso biologico e per cui uno non sarebbe più uomo o donna in base alla sua identità sessuale, ma in base a ciò che si sente di essere al momento, proprio come recitava l’articolo 1 del fu DDL Zan”.

“Mi spiace perché ormai è la prassi, la faccenda viene strumentalizzata, sbandierata alla stampa, sicuri che così facendo avanzi il pensiero unico ma in realtà è il contrario, perché gioire per l’accettazione di un’identità inventata anche solo all’interno di un’azienda è assurdo ed irrispettoso.”