“Quest’anno Ravenna in Comune ha scelto di celebrare la Giornata della Memoria attraverso le parole che ieri hanno accompagnato la premiazione, da parte del Presidente della Repubblica, del lavoro di ragazze e ragazzi della nostra Città. Alla XXII edizione del concorso “I Giovani Ricordano la Shoah” è stato infatti premiato il video realizzato dalla classe 5AES (economico sociale) del Liceo Dante Alighieri di Ravenna.

«Ripercorrere sotto forma di narrazione le storie avvenute in luoghi diversi per descrivere nei dettagli delle esperienze umane il grande orrore che tutte le accomuna, quello della Shoah, raccontando il tentativo di sterminio di un popolo che resiste, opponendosi al male con la forza delle virtù umane. Questo percorso di difesa della memoria ci fa ascoltare il racconto emozionante di una bambina, Lia Levi, la testimonianza di Primo Levi, le stragi a Ferrara e in altri luoghi di Europa i racconti di chi ha vissuto. Nel percorrere queste vie la memoria perde i tratti sfumati dal passare del tempo e ritrova la sua intensità. Lodevole l’elaborazione dei fatti appresi, l’attenta riflessione e l’articolata restituzione».

Il video, dal titolo “Sulle vie della memoria”, si può vedere sul sito istituzionale del liceo classico ravennate ed anche sul nostro sito. La classe ha anche partecipato al Viaggio della Memoria in visita ad Auschwitz. Lo studente Ernesto Moia, che ieri ha peraltro fatto parte (con Natasha Dhima) della delegazione ricevuta al Quirinale, ha dichiarato: «Mentirei se dicessi che non ero molto provato alla fine. Ma mentirei anche se dicessi che non è, soprattutto per la mia generazione e per il momento storico che stiamo vivendo con guerre che si consumano una dopo l’altra, vitale vedere questi posti, vedere cosa è stato, dare forma alle storie e ai numeri che si sono sentiti raccontare. Una sola domanda rimane senza risposta dopo questo viaggio: perché?».

Tra le molte iniziative e per non rendere retoricamente vuota ma, al contrario, significativamente densa questa giornata, invitiamo alla partecipazione:

  • Alle ore 11.00 in Piazza del Popolo alla manifestazione promossa dalla Casa delle Donne e dalle Donne in Nero: «un sit-in in nero e in silenzio con la scritta CESSATE IL FUOCO sui nostri corpi, con l’intento di raccogliere il testimone delle donne palestinesi e israeliane, unite per la pace, moderne Cassandre inascoltate». Perché «rifiutiamo l’uso strumentale della memoria, la retorica vittimista, l’ipocrisia, l’oblio, il revisionismo storico ed il negazionismo. C’è un solo modo di onorare la Memoria, dire con voce alta e chiara, “Mai più razzismo! Mai più genocidi!”».
  • Alle ore 17.00, alla Sala Buzzi, in Viale Berlinguer 11, all’incontro promosso dalla Sezione “Natalina Vacchi” dell’ANPI: «Dopo l’8 settembre 1943, con l’occupazione dell’Italia da parte delle truppe tedesche e la nascita della R.S.I., i repubblichini aiutarono i nazisti a deportare nei lager del Terzo Reich Rom e Sinti italiani. Con questo convegno la Sezione “Natalina Vacchi” vuole ricordare che, dopo l’8 settembre, molti Rom e Sinti, fuggiti dai campi di prigionia e dai luoghi di confino italiani, si unirono alle nascenti bande partigiane e che alcuni di loro morirono per la nostra libertà». Interviene l’antropologa Paola Trevisan che ha scritto: «dietro la parola zingaro c’è il modo in cui la nostra società ha costruito una o più figure prototipiche dell’alterità, in un continuo esercizio di disumanizzazione dell’Altro».

Pensiamo sia il modo giusto per attualizzare una ricorrenza che, riferita ad un passato, terribile, ma remoto, può ripresentarsi e, in effetti si ripresenta, in altri luoghi e in altre forme. Avendo bene a mente che la Legge 20 luglio 2000, n. 211 che ha istituito questa giornata ha previsto un’organizzazione della memoria che imprimesse nelle coscienze il disvalore delle discriminazioni ed il valore positivo della ribellione contro le discriminazioni, ancorché apparentemente legittime perché validate da leggi. La Legge che ha istituito il Giorno della Memoria, infatti, ha prescritto che si insegni che di fronte alle discriminazioni, anche a quelle introdotte da una legge dello Stato, è bene opporsi, anche se questo dovesse risultare una violazione e quindi portare ad una sanzione. Grazie alle ragazze e ai ragazzi del liceo ravennate per averlo fatto proprio e riproposto all’attenzione della collettività.”