“In sintonia col comitato popolare di Porto Fuori “Io dico no bretella”, ho proposto ai colleghi consiglieri di opposizione, con ampia adesione, di richiedere, a norma di legge, la convocazione delle due commissioni del Consiglio comunale n. 3 “Assetto del territorio” e n. 8 “Ambiente” ,  per discutere su come ” Salvare Porto Fuori da una cementificazione brutale  “.

Nel comune di Ravenna si sta per avviare, nella parte est di Porto Fuori, una nuova maxi lottizzazione edilizia, che intende cementificare 85.697 metri quadrati di terreno vergine agricolo per costruirvi 17.110 metri quadrati di case (pari a qualche centinaio di appartamenti), ed un centro commerciale, spazzando via anche 80 orti sociali degli abitanti del paese, generalmente anziani. Come compensazione di tanto massacro i beneficiari di questo progetto urbanistico avrebbero dovuto costruire, congiuntamente ai titolari di un’altra nuova lottizzazione edilizia da insediare sulla parte ovest, la circonvallazione del paese. Saltato questo piano, la circonvallazione, ora chiamata “bretella”, si fermerebbe a metà, sulla via Staggi, di fatto inutile allo scopo.

I cittadini di Porto Fuori, riuniti in una folta assemblea pubblica il 9 maggio scorso, si oppongono a questa bretella ritenendola anche dannosa. Innanzitutto perché invasiva di campi agricoli e di orti, sfregio paesaggistico ad un’area storicamente rurale e distruzione abnorme di suolo verde. Dopoché la residua potenzialità edificatoria del centro abitato è stata totalmente consumata da due precedenti lottizzazioni edilizie, si aggravano così le criticità manifestate dalla recente alluvione e dalla crisi climatica. Il tracciato della bretella nuocerà inoltre ad un centinaio di abitazioni che le sorgono a fianco, sottoponendole ad inquinamento atmosferico e acustico.

Si chiede dunque, prioritariamente, di rinunciare alla bretella, essendone venuto totalmente a mancare il presupposto di pubblica utilità, a favore di altre opere veramente vantaggiose per i cittadini di Porto Fuori, da sottoporre alla loro  valutazione in assemblea pubblica. Quanto meno di disporre che il tracciato ne riduca notevolmente l’invasività e la nocività.”