Ravenna in Comune ha valori ed un modello di società da raggiungere non compatibili con quelli del PD. Siamo per l’uguaglianza, l’inclusione, lo sviluppo dei servizi pubblici. Il PD è per il liberismo ossia per lasciare mano libera alle imprese private, consentendo l’aumento delle differenze sociali e l’espulsione dalla comunità dei più deboli. Per questo ci opponiamo al PD che ha scelto come proprio candidato l’attuale sindaco Michele de Pascale. Da cinque anni gli facciamo opposizione in Consiglio Comunale. Ma cosa serve l’opposizione quando il sistema elettorale garantisce alla maggioranza di fregarsene delle minoranze? Serve, né più né meno, a dare un senso a quel che resta del metodo democratico prescritto dalla Costituzione. In consiglio comunale abbiamo presentato proposte, spiegato perché si sarebbero dovute respingere le decisioni della maggioranza, segnalato “mancanze”. Lo abbiamo fatto presentando ordini del giorno, interrogazioni, question time, deliberazioni. A cui abbiamo dato evidenza attraverso un capillare lavoro di comunicazione. Comunicazione di proposte e critiche che sta proseguendo anche in questi mesi in cui il Consiglio Comunale, pur non ancora scaduto, è di fatto chiuso.

De Pascale è insofferente e indifferente verso ciò che significa democrazia e verso il ruolo dell’opposizione. Eppure senza l’opposizione, senza Ravenna in Comune, non hanno rappresentanza cittadine e cittadini che non hanno ritenuto che lui e la sua coalizione fossero in grado di rappresentarli.

Cosa pensa di loro de Pascale?

Ha detto che «non esiste città italiana dove non ci sia qualcosa da qualche parte che non va e l’opposizione non può limitarsi ad andare a cercare queste cose in giro per il comune per dimostrare l’indimostrabile». [RavennaNotizie del 18 agosto 2021, Elezioni a Ravenna – 45]

E del valore apportato alla democrazia dall’opposizione?

Ha detto che «Ravenna in Comune ha al suo interno tante forze con alcune delle quali, come Rifondazione o Pap, non ci sono condizioni minime per costruire qualcosa». [Ravenna&Dintorni 4-10 marzo 2021, Intervista a de Pascale, pag.10].

E delle nostre proposte sviluppate in questi anni? Di qualcuna se ne è appropriato, stravolgendola e rendendola inoffensiva (ad esempio dell’Osservatorio sul lavoro). Della maggior parte non si è nemmeno preoccupato di dire per quale motivo le avversava: tanto bastava il voto negativo della maggioranza per affossarle. E le interrogazioni? Poche le risposte e a distanza di anni da quando il tema era stato proposto.

E di quel che scriviamo oggi, giorno per giorno? Come se fosse diventato sordo. Niente sul contrasto ai fascismi, niente sul sostegno ai diritti umani, niente sullo stop alle cementificazioni, niente sul cambiamento climatico, niente sul turismo, niente sul porto, niente sulla sicurezza del distretto industriale, ecc. ecc.

Per de Pascale “a Ravenna si può” purché nessuno disturbi il manovratore…