“Giovedi 30 novembre alle 9:00 al tribunale di Bologna (via d’Azeglio 56) verranno processati per direttissima Silvia, Mida ed Ettore: rischiano cinque anni di carcere per un blocco stradale di 20 minuti. In pratica, hanno creato un disagio più o meno paragonabile a quello di un banale ingorgo stradale, uno dei tanti che si trovano a vivere tante/i cittadine/i quasi quotidianamente, in questo modello sbagliato di vita di tutti i giorni.

Sono attiviste/i del movimento Ultima Generazione, che chiedevano al governo un Fondo di Riparazione per le vittime dei disastri climatici. Una rivendicazione di puro buon senso, addirittura più “moderata” rispetto a ciò di cui la catastrofe climatico-ambientale necessiterebbe.

A queste persone non è stata comminata una contravvenzione. Sono state arrestate e vengono processate per direttissima, come se si trattasse di pericolosissimi terroristi o criminali mafiosi. Di più, in attesa del giorno del processo, la giudice ha scelto di applicare delle pesanti misure cautelari, cacciando Ettore e Silvia dalla città dove vivono e studiano, con interdizione a rimettervi piede, e viceversa costringendo Mida (che risiede a Bologna) all’obbligo di firma in questura tutte le mattine, come si fa (e nemmeno sempre) con delinquenti di ben altra pericolosità.  

 

                           È una repressione sproporzionata e inaccettabile

Siamo di fronte a un attacco vero al diritto di ogni dissenso. 

Oggi tocca a chi si batte per una svolta nelle politiche ambientali perché mette in discussione il sistema estrattivista del fossile, in grado di condizionare come vuole la gran parte del potere politico. 

La torsione autoritaria insita nell’ ennesimo pacchetto sicurezza di questo Governo colpisce oggi le persone attive per la giustizia climatica, ma

domani potrebbe toccare a chiunque di noi e al diritto a manifestare nella sua interezza.

Al di là della legittima discussione sulle forme di protesta e sulla necessità di cercare il più possibile il consenso e la simpatia della popolazione, riteniamo doveroso esprimere la nostra solidarietà a Silvia, Mida ed Ettore e invitiamo chiunque ne abbia la possibilità ad essere presenti a Bologna giovedi prossimo, 30 novembre, alle nove del mattino, davanti al Tribunale, in Via D’Azeglio 56, per esprimere un sostegno trasversale alle varie  generazioni, alle diverse collocazioni politiche e associative e alle differenti convinzioni sulle modalità della protesta.

La nostra mobilitazione per evitare che l’ Italia e la nostra regione diventino zone geografiche definitivamente  prigioniere del sistema fossile va avanti, e in essa cercheremo tutte le convergenze, soprattutto con la gioventù che si impegna per un futuro in cui poter sperare.”

Coordinamento ravennate “Per il Clima – Fuori dal Fossile”