Tra le varie ipotesi al vaglio per spiegare l’omicidio della 46enne di Faenza Ilenia Fabbri, c’è quella di un omicidio su commissione. Ovvero l’assassino avrebbe agito su mandato di un’altra persona ed è entrato forse con una copia delle chiavi per poi mettersi alla ricerca della donna, tanto che l’aggressione è cominciata ai piani alti dell’appartamento.

Tra gli elementi a sostegno di ciò, anche l’assenza di impronte come possibile dimostrazione della eventuale premeditata oculatezza del killer.

Dalle ultime verifiche è emerso che nemmeno sulle finestre, così come sulle porte esterne, erano presenti segni di effrazione. La prima volante della Polizia, al suo arrivo, poco dopo il delitto, aveva trovato la porta del garage aperta.

Sulla dinamica dell’omicidio, sono state isolate macchie di sangue ai piani superiori: l’assassino ha cioè iniziato lì la sua aggressione per terminarla nel vano uso cucina al piano terra con un coltello usato da tergo. Ciò spiegherebbe anche una delle ultime novità sui rilievi: non sono state trovate impronte dell’assassino, né sulla scena del crimine né fuori dall’abitazione.

È infine emerso che la donna aveva fatto causa al marito, dal quale si era separata nel 2018, per lamentare mancati compensi per alcune decine di migliaia di euro relativi al suo impiego nell’attività di famiglia: la prossima udienza – la seconda della causa – con i testimoni delle parti, era stata fissata per il 26 febbraio davanti al giudice del Lavoro del Tribunale di Ravenna

(ANSA)