“Serve un programma di pulizia di argini e alvei dei corsi d’acqua regionali e la possibilità, per i privati che lo fanno gratuitamente, di utilizzare il legname raccolto per le loro attività.

È la richiesta, in un’interrogazione, del consigliere Matteo Montevecchi (Lega), firmata anche dal collega Andrea Liverani. Il consigliere vuole sapere dalla giunta “quale sia oggi lo stato dell’arte riguardo all’attività di pulizia straordinaria degli argini e degli alvei dei fiumi e dei torrenti nella regione e se esista un calendario dei lavori; come intenda organizzare per il futuro la pulizia ordinaria degli stessi alvei fluviali in modo da mantenere sotto controllo la situazione e non tornare allo stato di abbandono in cui si trovavano al momento dell’alluvione dello scorso anno”. Inoltre, Motevecchi si rivolge alla giunta chiedendo “come intenda dare seguito alla necessità, da più parti invocata, di un serio contenimento della presenza e dell’attività degli animali che fanno le tane negli argini”.

La richiesta di poter utilizzare il legname raccolto, ricorda Montevecchi, è venuta da numerose imprese disposte a pulire argini e alvei di torrenti e fiumi. Inoltre, prosegue il consigliere, è accertato come “affermato dal Generale Figliuolo e da diversi consorzi di bonifica, che la forte presenza di animali con abitudini fossorie che scavano tane negli argini dei fiumi della nostra regione concorre fortemente al rischio idrogeologico”. Montevecchi, poi, rileva che la provincia di Rimini ha riportato meno danni dalle alluvioni e il fiume Marecchia “grazie soprattutto all’ampiezza del letto del fiume e alla valvola di sfogo che il corso d’acqua ha potuto trovare nel proprio antico alveo che sfocia nel canale del porto di Rimini”. Così non è stato per Ravenna e Forlì-Cesena.

Infine, Montevecchi rileva che “negli ultimi anni, anche regioni vicine e confinanti alla nostra hanno subito alluvioni non dissimili, ma hanno potuto contenere i danni, a differenza di quanto accaduto in Romagna, anche grazie alle vasche di contenimento e pare che la pulizia degli argini non stia avvenendo con la rapidità che sarebbe dovuta per riportare la situazione a un grado di sicurezza accettabile”.”