Marco Montanari, esponente del Partito Democratico e medico dell’ospedale di Ravenna, è intervenuto sul tema dell’integrazione tra ospedale e territorio per le cure palliative dei bambini

«La legge – dice Montanari – definisce un quadro organico di principi e disposizioni normative per garantire un’assistenza qualificata e appropriata in ambito palliativo e della terapia del dolore. Le cure palliative sono l’insieme degli interventi finalizzati alla cura dei pazienti la cui malattia di base, caratterizzata da un’inarrestabile evoluzione e da una prognosi infausta, non risponde più a trattamenti specifico.

L’AUSL della Romagna ha definito un percorso del paziente in Cure Palliative perché il lavoro di equipe richiede una costante integrazione professionale per la definizione e la realizzazione di un piano di assistenza personalizzato.

L’Associazione Italiana Leucemia Ravenna onlus – RaAIL – da molti anni, attraverso una convenzione, è impegnata in percorsi di collaborazione e partenariato con l’ AUSL della Romagna per migliorare i percorsi di cura e di assistenza in favore delle persone affette da patologie inguaribili assistite al domicilio e assicura, con propri medici e psicologi, assistenza medica e supporto psicologico domiciliare ai malati oncologici ed ematologici adulti in fase avanzata di malattia in tutto il territorio della provincia di Ravenna in stretta collaborazione con i medici di famiglia, gli infermieri del Servizio Infermieristico Domiciliare e la Struttura Semplice Dipartimentale Cure Palliative di Ravenna

Di recente RaAIL ha realizzato il progetto denominato “sogno della KIOcciola” che individua alcuni medici che, su base volontaria, hanno intrapreso un percorso formativo di acquisizione delle competenze in cure palliative.

Credo che ora – conclude Montanari – si debba mettere in campo la possibilità di estendere questo progetto anche alle cure palliative del bambino nel rispetto delle sue peculiarità e specificità.

Anche la Carta di Each, firmata nel 1988, definisce come i bambini abbiano diritto a godere del miglior stato di salute possibile e abbiano diritto ad essere ricoverati solo se l’assistenza di cui hanno bisogno non può essere prestata a casa o in trattamento ambulatoriale.

La formazione di un nucleo di pediatri di libera scelta in un ambito di tale complesssità può rafforzare l’integrazione tra ospedale e territorio e implementare la multidisciplinarietà, la competenza e la formazione che risultano i punti fondamentali per un piano di assistenza efficace e personalizzato.»