Non si placa a Massa Lombarda la polemica attorno alla multa ricevuta dal sindaco Daniele Bassi, sorpreso dalla Polizia Locale della Bassa Romagna alla guida dell’auto senza la cintura di sicurezza. 80 euro che il sindaco quest’estate si è detto pronto a pagare immediatamente. La polemica nasce però da quello che sarebbe successo in privata sede, o meglio, in una chat di WhatsApp, dove il sindaco sarebbe intervenuto con toni accesi nei confronti degli agenti, ipotizzando anche una sorta di “agguato”. Messaggi che sarebbe “usciti” da quella chat e arrivati al Sulpl, il sindacato unitario lavoratori polizia locale. Il sindacato ha quindi chiesto la revoca delle deleghe Sicurezza e Polizia municipale a Daniele Bassi, in qualità di sindaco di Massa Lombarda e di vicepresidente dell’Unione. A chiedere la revoca è Sergio Menegatti, coordinatore provinciale del Sulpl:

“Bassi ha scatenato le sue ire contro gli operatori stessi prima a mezzo di una chat interna del presidio del Comune del quale è amministratore lasciandosi andare ad affermazioni poco felici, poi anche inveendo e mettendo in difficoltà altri operatori di polizia locale che svolgevano un normale controllo sul territorio massese nei giorni seguenti all’episodio. Il primo dei cittadini dovrebbe essere l’esempio di correttezza e non agire contro i propri dipendenti quando svolgono correttamente il proprio lavoro»”

Al sindacato ha quindi risposto con una nota lo stesso sindaco:

“Il Sulpl continua nel tentativo fallace e strumentale di dichiarare fatti e parole, di cui sarei artefice, che però non mi sono mai stati propri. Una situazione di cui sono molto dispiaciuto, ma non per la mia persona. Sono infatti convinto che la volontà di qualcuno di denigrare me e il mio ruolo di amministratore vada a inficiare soprattutto il lavoro che quotidianamente il nostro corpo unico di Polizia Locale compie sul territorio, screditando in modo generalizzato le azioni che i tanti, tantissimi professionisti svolgono ogni giorno per la comunità, con fatica ed estrema responsabilità”.

“La distanza tra chi utilizza mezzi impropri per attaccare tanto per farlo, e chi opera con serietà e grande competenza, è evidente e cristallina per fortuna ai più, come evidente è il rapporto di fiducia reciproca che unisce la Polizia Locale della Bassa Romagna e il sindaco delegato alla Sicurezza. Per questo, come altre volte, non aggiungo nient’altro in merito a tutto questo, in attesa e nel rispetto degli sviluppi delle denunce per diffamazione, anche verso chi scrive o ha scritto sui social. Il comportamento di queste persone, chi sostiene e alimenta ciò, sarà valutato e giudicato come prevede la legge”.

“Mi meraviglia che un sindacato quale il Sulpl, che dovrebbe conoscere le dinamiche di stretta e indispensabile collaborazione e dialogo tra tutti i livelli operativi, invece di minacciare un coinvolgimento della prefettura non si sia chiesto preventivamente se la stessa non ne fosse già a conoscenza. Il Prefetto della Provincia di Ravenna è da tempo informato e aggiornato sia da me che dalla Comandante della Polizia Locale della Bassa Romagna Dott.ssa Paola Neri, degli sviluppi di questa storia. Nel frattempo io, con i miei pregi e difetti, ma soprattutto per il ruolo che mi è stato conferito, continuo con passione e determinazione a svolgere dalla mattina alla sera, tutti i giorni, l’impegno istituzionale che mi compete, a sostegno dei problemi, delle esigenze, delle necessità dei miei concittadini, delle famiglie e delle imprese del nostro territorio, al meglio delle mie capacità”.

A dar manforte però ai rappresentanti delle forze dell’ordine è oggi l’opposizione:
“Era partita come una banale multa per una leggerezza, che poteva fare sorridere per il personaggio coinvolto, ma ciò che ha scatenato nel sindaco Bassi è fatto molto grave. “La giustizia farà sicuramente il suo corso, i fatti successi e le parole scritte sono state così pesanti che non possono cadere nel vuoto” è il capogruppo Lega in Unione Enrico Zini a criticare il primo cittadino.
“Giusto lo scorso consiglio dell’Unione proprio Bassi ci ha ricordato come il cammino intrapreso dall’Unione della Bassa Romagna fosse rivolto alla <<cultura della sicurezza>> con tanto di reprimenda quando gli si ricordava che purtroppo, nei fatti, la Bassa Romagna è ancora sotto scacco dei criminali e che gli investimenti, invece che andare nella formazione degli agenti (n.b. non vigili) di Polizia Municipale, vanno invece in autovelox.”,

Zini continua: “Tante belle parole, peccato che, di nuovo, i fatti smentiscano le persone. E proprio Bassi, che tiene inopportune e non richieste lectiones magistrales, tratti il presidio di Polizia Municipale di Massa Lombarda come una sua proprietà ricorrendo al fortunatamente ormai desueto <<lei non sa chi sono io>> dei film polizieschi anni 70.”

Ma i fatti sono ben peggiori, Bassi ha travalicato i confini della macchietta del politico demodé, “si legge sul giornale uno stralcio della trascrizione della chat degli agenti di presidio in cui Bassi testualmente afferma che il suo risultato elettorale è dovuto alla sua capacità di essere <<figlio di puttana>> e minaccia apertamente i componenti del presidio evocando lo spettro di una denuncia per diffamazione. Questa chat ci risulta essere una chat di servizio riservata agli agenti, come ce ne sono per ogni presidio, ma quella di Massa ci risulta essere l’unica in cui un sindaco si sia fatto inserire con un’inopportuna incursione della politica, prima che della persona!
Alla luce di questi fatti è caduto il minimo spiraglio di fiducia nel sindaco Bassi e nel suo
operato. Non chiediamo solo le sue scuse, ma un passo indietro e la rinuncia alle deleghe.”