Torna alle 3 della mattina l’ora solare dopo sette mesi. Sarà necessario mettere gli orologi indietro di 60 minuti. Approfitteremo dunque di un’ora di sonno in più per oggi, ma all’improvviso piomberemo in un’atmosfera invernale, con giornate in cui farà buio un’ora prima.

L’ora legale sarà di nuovo in vigore dal prossimo 28 marzo 2021, salvo diverse decisioni legate alla recente “liberalizzazione” europea e alle relative scelte di Roma.

Con voto dell’Europarlamento, infatti, l’anno scorso si è stabilito, nel quasi totale disinteresse di politica e media italiani, che dall’anno prossimo decade l’obbligo per i Paesi Ue di rispettare il passaggio ogni anno fra ora solare e legale e viceversa, in modo da mantenere un’armonizzazione generale.

Adesso non è più così e ogni Paese potrà scegliere liberamente come regolarsi: solo ora solare, solo legale, mantenere l’alternanza.
L’Italia, per esempio, vorrebbe conservare il sistema attuale, che consente risparmi energetici notevoli.

La Francia vorrebbe addirittura estendere l’ora legale a tutto l’anno.
I Paesi nordici, al contrario, vogliono dare l’addio all’ora legale che a loro porta scarsi vantaggi economici E infatti è proprio dal nord Europa che è partita questa crociata per la liberalizzazione delll’ora.

La questione ora legale sì o no è peraltro da anni al centro di discussioni e confronti anche a livello politico, oltre che nella comunità scientifica che indaga gli effetti del cambio sull’equilibrio dell’organismo umano.

In questo periodo di ora legale l’Italia ha risparmiato complessivamente 400 milioni di kilowattora di elettricità, pari al consumo medio annuo di circa 150 mila famiglie, con un beneficio economico per il sistema di 66 milioni di euro. I dati sono rilevati da Terna, la società che gestisce la rete elettrica nazionale. Impatti positivi anche in termini di sostenibilità ambientale, con 205 mila tonnellate in meno di CO2 immesse in atmosfera.

Il risparmio economico è calcolato considerando il fatto che quest’anno, nel periodo di ora legale, il costo del kilowattora medio per il cliente domestico tipo in tutela (secondo i dati dell’ARERA) è stato di circa 16,5 centesimi di euro al lordo delle imposte.

Dal 2004 al 2020, secondo l’analisi di Terna, il minor consumo di elettricità per il Paese dovuto all’ora legale è stato complessivamente di circa 10 miliardi di kilowattora e ha comportato, in termini economici, un risparmio per i cittadini di 1 miliardo e 720 milioni di euro.

 

fonte L’Adige