Per una associazione come Legambiente, le priorità partono naturalmente dalle questioni ambientali, per rispondere anche nel nostro territorio alle emergenze globali, come la crisi climatica e la quella dovuta al COVID-19, indubbiamente legata alla sottovalutazione dell’impatto delle attività umane sulla natura e sull’ambiente.

Servono approcci diversi dal passato, occorre perseguire una progressiva riconversione del modello di sviluppo, che non abbia unicamente a riferimento i parametri economici e il Prodotto Interno Lordo, quanto piuttosto, le questioni della salute e della sicurezza; dei diritti e del contrasto alle diseguaglianze, nella società, nel lavoro, nella scuola; dell’uso razionale ed efficiente delle risorse naturali, riducendo l’uso delle fonti fossili, verso quelle rinnovabili. Per questo chiediamo che il nuovo Piano Urbanistico Generale, si ponga l’obiettivo di azzerare il consumo di suolo e nuove urbanizzazioni, promuovendo invece una rigenerazione della città costruita e le tante aree rimaste incompiute. In attesa della definizione del Piano Urbano sulla Mobilità Sostenibile, chiediamo misure urgenti per una miglior vivibilità della città, servono corsie ciclabili, anche temporanee, ricongiungendo percorsi già parzialmente esistenti, recuperare spazio, anche togliendo alcuni posti auto, rallentare la velocità con effettive zone 30, per favorire una mobilità dolce.

Per realizzare questi interventi servono alternative al modello di mobilità attuale: riduzione del traffico pesante in città, parcheggi scambiatori, mezzi condivisi, incremento del trasporto pubblico. I nostri territori, hanno i risultati peggiori (in regione, ma anche in provincia) sulla riduzione della produzione dei rifiuti urbani, sul riuso dei beni a fine vita, sulla raccolta differenziata. Sulla gestione del ciclo dei rifiuti, serve un un cambio di strategia, anche da parte dell’attuale gestore del servizio di raccolta. Noi pensiamo che partire da queste priorità possa essere utile anche per avviare nuove occasioni di lavoro e di occupazione qualificata, dando una risposta a diverse filiere economiche e produttive che soffrono la crisi. Su tutte queste materie abbiamo visto finora scarsa sensibilità (in alcuni casi addirittura opposizione) non solo dalle forze di “centro destra”, ma anche della maggioranza di “centro sinistra”, noi chiediamo un cambio di passo da parte di tutti coloro che si candidano a Sindaco e a Consiglieri Comunali.

La partecipazione, intesa come coinvolgimento reale di tutti i “portatori di interesse”, è indubbiamente una chiave importante, sapendo che naturalmente gli interessi in campo sono diversi, e che occorre contemperarli, non seguendo quelli più forti (come spesso è successo) ma per realizzare una strategia di cambiamento che punti, in ogni settore, al massimo di sostenibilità e qualità sociale e ambientale. A questo proposito, abbiamo recentemente inviato alle Amministrazioni della Romagna Faentina, alcune nostre considerazioni sul Piano Strategico 2030 , lì articoliamo un po’ meglio le nostre priorità, auspicheremmo che la nuova Amministrazione e il nuovo Consiglio Comunale, vogliano sul serio confrontarsi con le associazioni della società civile: vorremmo vedere una nuova stagione di partecipazione, di cui spesso si parla, ma non sempre si è praticata correttamente.