Il sindaco Giorgio Sagrini

Si è rifiutato di indossare la mascherina e se l’è presa con tutti coloro che hanno cercato di farlo ragionare, aggredendoli a morsi e con calci e pugni. È quanto successo nei giorni scorsi a Casola Valsenio, dove un uomo ha preteso di salire su un mezzo pubblico senza mascherina e portando con sé una bottiglia di birra. I primi ad intervenire per far desistere l’uomo furono l’autista dell’autobus e il farmacista di Casola Valsenio. Entrambi hanno riportato le conseguenze più gravi. Il farmacista, più volte colpito, anche una volta caduto a terra, ha riportato la frattura di sette costole. In aiuto dei due uomini erano intervenuti anche un carabiniere e un operaio, ma senza riuscire a fermare l’individuo in stato di agitazione. Solo con l’arrivo di ulteriori carabinieri in servizio la calma venne ripristinata.

Dopo qualche giorno la Lega aveva diffuso una nota stampa lamentando come l’aggressore fosse “ancora a piede libero e pericoloso”. A qualche giorno di distanza, arriva la replica del sindaco di Casola Giorgio Sagrini:

“La nota del responsabile provinciale dei giovani della Lega su quanto accaduto a Casola appare pretestuosa, pericolosa e frutto di ignoranza giuridica.

Pretestuosa perché episodi di micro criminalità accadono purtroppo dappertutto indipendentemente dal colore politico del Comune. Ad esempio a Forlì è appena accaduto un fatto analogo, ma il segretario della Lega si è guardato bene dal prendersela con il Sindaco di Forlì.

Pericolosa perché ingenera l’idea che Casola Valsenio non sia un luogo sicuro, danneggiando così il settore del turismo ovvero strutture turistico-ricettive, bar, ristoranti e tutti coloro che ci lavorano, settore già duramente provato dal Covid.

Frutto di ignoranza giuridica perché se l’individuo in questione, residente tra l’altro non a Casola Valsenio ma a Palazzolo sul Senio, è a piede libero, ciò non dipende certo dal Sindaco di Casola Valsenio. I Sindaci – e l’esponente della Lega dovrebbe saperlo – non hanno poteri di ordine pubblico né sono magistrati e non decidono sulla libertà o sulla detenzione delle persone.

L’impegno di tutti, l’impegno su cui dobbiamo concentrarci in questa fase difficile e delicata, deve essere rivolto a ciò che serve a questa terra, a come aiutare le persone in difficoltà e a come far ripartire l’economia e il turismo …e a questo non serve certamente alimentare sterili polemiche”.