Mentre a Milano si sta tenendo la Youth4Climate, a Fusignano, come in tutti gli altri Comuni della Bassa Romagna e nell’Unione stessa, è stato approvato il PAESC (Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile e il Clima). Questo piano ha come obiettivo la riduzione della CO2 per contrastare e mitigare il cambiamento climatico. Il piano nasce nel contesto del Patto dei Sindaci per il Clima e l’Energia che, guardato con gli occhi di oggi, ha non pochi obiettivi non più adeguati. Ne è esempio l’obiettivo di mantenere il riscaldamento globale entro i 2°C e non entro l’1,5°C come chiede oggi l’IPCC.

È una partenza già poco ambiziosa, e soprattutto poco coraggiosa, vista la sfida che necessariamente ci troviamo ad affrontare. Lo stesso poco coraggio si legge nelle azioni inserite nel PAESC e che l’Amministrazione intende attuare per far fronte a questa sfida. In questo modo, il PAESC risulta essere l’ennesimo bla bla bla, citando Greta Thunberg, della politica di fronte al disastro imminente.

Nello specifico su Fusignano, bisogna sottolineare tre elementi della discussione. Il primo è che, come Consiglio Comunale, si era votato di agire in modo unitario con l’Unione, e quindi che si realizzasse un piano unico per dare maggiore efficacia alle azioni. Questo però non significa che Fusignano non possa mettere in campo delle azioni singole, come anche sottolineato nel piano. Invece, l’unica azione specifica sul territorio, l’efficientamento energetico delle scuole, è stata già realizzata e sarà l’unica, nel contesto PAESC, che si realizzerà almeno per i prossimi due anni.

Il secondo è che Fusignano ha un rapporto tra energia da fonti rinnovabili e consumi pari al 4,52%, ben al di sotto dell’8,75% medio nell’Unione della Bassa Romagna raggiunto grazie al buon rapporto FER/consumi di Alfonsine (28,11%). Questo dovrebbe spingere Comuni come Fusignano ad adottare azioni specifiche che permettano di incrementare la quota delle rinnovabili. L’unico intervento in questo senso è quello del Superbonus 110%, sul quale non è però vero che l’Amministrazione ha il solo ruolo di autorizzazione le pratiche edilizie. L’Amministrazione, infatti, potrebbe predisporre una campagna informativa e di supporto per i cittadini più deboli, sia per competenze sia per finanze, affinché sia chi ne ha davvero bisogno ad ottenere i fondi. Inoltre, si potrebbero introdurre le comunità energetiche, che permettono al cittadino di abbattere i costi dell’energia e di migliorare l’innovazione tecnologica del Comune; azione che era presente nel PAES ma che, forse per il mancato profitto di qualche società, non è stata rinnovata per il PAESC. Sono anche azioni che contrasterebbero la povertà energetica, che affligge le persone con reddito più basso e che vivono negli edifici residenziali con classe energetica peggiore.

Infine, il terzo punto più volte sottolineato durante la discussione è che ci fossero dei paletti nel PAESC che impedivano certi tipi di azioni, che sarebbero invece da inserire in un PUMS (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile) o in un PUG (Piano Urbanistico Generale). Oltre al fatto che, come Fusignano per la Sinistra, il PUMS l’avevamo chiesto più di un anno e mezzo fa attraverso l’approvata Dichiarazione di Emergenza Climatica, non sembra che questo paletto fosse presente per alcuni interventi inseriti nel PAESC, che hanno proprio come strumento di attuazione il PUMS/PUG. E così nel PAESC mancano azioni sul consumo di suolo e sulla modifica di una mobilità inquinante. Problemi che hanno anch’essi a che fare con la riduzione della CO2.

Come Fusignano per la Sinistra avevamo presentato, un mese prima della scadenza dell’approvazione, una mozione di indirizzo al PAESC con 4 missioni (energia, agricoltura e allevamento, urbanizzazione, consumo di suolo) con cui volevamo dare un punto di vista di riduzione dei consumi, di ogni tipo, e di una cultura che mettesse l’ambiente e la natura come beni comunitari da proteggere ad ogni costo. Avevamo fatto anche la richiesta di allegarla alla delibera che sarebbe poi andata in Unione, ma la richiesta non è stata accettata; si è però promesso di ritornare su quei temi fra un anno per inserirli nell’aggiornamento del PAESC. Speriamo che non sia l’ennesimo bla bla bla dell’Amministrazione, ma una promessa seria nei confronti dei giovani, del territorio e della natura.