Comune di Ravenna, Eni DICS – Distretto Centro-Settentrionale, CIFLA – Centro per l’Innovazione di Fondazione Flaminia, CESTHA – Centro Sperimentale per la tutela degli Habitat, le cooperative di pesca La Romagnola e Nuovo Conisub, Slow Food Ravenna e l’agenzia pubblicitaria Tuttifrutti si sono riuniti nella tarda mattinata del 21 settembre presso il Comune di Ravenna per firmare un accordo condiviso, approvato in giunta comunale, per la valorizzazione della cozza selvaggia di Marina di Ravenna.

L’accordo, che ha tra i suoi firmatari un insieme di soggetti che, seppur da punti di vista differenti, vedono nel mitilo ravennate un valore da tutelare e promuovere, è frutto di un percorso d’incontri iniziato ad aprile 2021 e rientrante fra le iniziative del IX accordo di collaborazione tra Eni S.p.A. e Comune di Ravenna.

I diversi soggetti, supportati da Fondazione Eni Enrico Mattei, hanno lavorato congiuntamente in questi mesi per stilare una serie di principi generali utili ad indirizzare progetti ed iniziative volti alla valorizzazione e promozione della cozza selvaggia di Marina di Ravenna, che è un prodotto unico nel suo genere.

La cozza ravennate infatti, a differenza di quelle allevate, si riproduce in modo naturale ed ha una storia prevalentemente legata alla presenza delle piattaforme di estrazione di gas naturale che si trovano non lontane dalla costa adriatica. Crescono spontaneamente in un habitat a condizioni ambientali estremamente favorevoli, regolarmente monitorato dagli enti preposti.

Inizialmente legata alla normale attività di pulizia e manutenzione dei piloni delle piattaforme Eni sui quali la cozza nasce e cresce, nel tempo è passata da essere un elemento di scarto e disturbo a una risorsa commerciale e pregiata.

Il marchio “La Selvaggia di Marina di Ravenna”, di titolarità delle cooperative di pesca  è il risultato di un percorso, fatto dai pescatori in collaborazione con CESTHA e CIFLA, che è stato finanziato dal bando FLAG Costa dell’Emilia-Romagna.

“La Selvaggia” è espressione tangibile di un territorio, quello ravennate, estremamente collaborativo che è stato capace di coniugare in modo sostenibile industria, pesca, turismo, ambiente e gastronomia di qualità; ed è il risultato di una storia produttiva unica e di successo, che ha dato origine anche a maestranze locali quali sono i pescatori subacquei, detti “cozzari”.

 Il mitilo ravennate ha quindi tutte le caratteristiche per diventare un veicolo di promozione territoriale anche in chiave turistica, facendo di Marina di Ravenna un polo di attrazione non solo per le spiagge ma anche per la particolarità gastronomica.

Come tutti i prodotti spontanei, “La Selvaggia” ha quantitativi limitati ed una precisa stagionalità: il periodo di raccolta va in genere da fine aprile a fine settembre. Questo però non toglie che la cozza selvaggia possa essere lavorata in modo tale da poter essere consumata tutto l’anno o da creare prodotti che anche i turisti possano portarsi a casa come souvenir della costa ravennate.

La sostenibilità che contraddistingue il prodotto, che essendo spontaneo evita anche la presenza di reti in mare, è una caratteristica da tutelare in ogni processo: dalla nascita alle modalità di raccolta, passando per i processi di distribuzione e commercializzazione, fino alla condivisione di informazioni, chiare e veritiere, circa le qualità del prodotto al consumatore finale.

I soggetti firmatari dell’accordo, coerentemente con le rispettive missioni e gli ambiti d’azione, si sono impegnati reciprocamente a rispettare e promuovere i principi condivisi esplicitati nell’accordo, a condividere informazioni di utilità e interesse reciproci legati alla valorizzazione del prodotto, e ad accogliere eventuali nuovi soggetti interessati a valorizzare “La Selvaggia” e ad aderire all’accordo.