Educazione alimentare, lotta allo spreco e diffusione della conoscenza delle circa 300 fattorie didattiche attive lungo la via Emilia, interventi sui quali la Regione investirà oltre 230.000 euro nel prossimo triennio (96.000 euro nel 2023, 103.000 euro nel 2024 e 40.000 euro nel 2025).

Lo prevede il piano alimentare approvato dalla commissione Politiche economiche presieduta da Manuela Rontini.

Il documento contiene anche alcune informazioni sulle abitudini commerciali degli emiliano romagnoli quando si tratta di alimentazione.

Si scopre così che il 70% degli emiliano-romagnoli fa la dieta mediterranea. Il 56% preferisce un prodotto confezionato rispetto a quello sfuso: l’etichetta è vista come garanzia di qualità e sicurezza alimentare. Il 95% acquista soprattutto in supermercati e centri commerciali, ma tra i più giovani il commercio di vicinato torna protagonista: il 24% delle ragazze e dei ragazzi ha riscoperto il negozio sotto casa associandolo a un concetto di sostenibilità ambientale. Per sapere come mangiare sano e bene il 65% degli emiliano-romagnoli usa web e i social, mentre il 63% degli intervistati è considerata la sede più opportuna per far acquisire maggiore consapevolezza sull’alimentazione.

“Il Pd è a favore di questo provvedimento e valuta positivamente il ruolo delle fattorie didattiche che danno tanto il senso del nostro territorio e del fatto che si faccia educazione alimentare nelle scuole”, sottolinea Matteo Daffadà (Pd) che interviene sulla ricerca: “E’ positivo che i giovani abbiano riscoperto il commercio di vicinato, anche la recente legge approvata in materia di riqualificazione commerciale va nella giusta direzione”.

Dal canto suo Michele Facci (Lega) ha chiesto spiegazione su come le risorse stanziate siano state parametrate sui diversi anni.

Soddisfazione per l’approvazione del piano di educazione alimentare è espressa anche dalla presidente Rontini: “Il piano è un provvedimento che, con cadenza triennale approviamo per operare sia sul versante dell’educazione alimentare, sia su quello della produzione agricola all’insegna della sostenibilità volendo -spiega- coinvolgere gli studenti e le studentesse di ogni ordine e grado, il Covid ci ha insegnato l’importanza di avere cibo santo e di qualità”.