Mirko De Carli, portavoce Nazionale del Popolo della Famiglia, interviene nel merito del rinnovo dell’apertura del centro Antidiscriminazione LGBT a Ravenna: “In modo ironico possiamo dire che molto “stranamente” il centro Antidiscriminazione LGBT di Ravenna ha vinto il Bando Unar.
In sostanza sono arrivati i fondi necessari per mantenere aperta una struttura di cui la comunità non sente alcuna necessità o bisogno.
Come Popolo della Famiglia lo diciamo chiaramente: il centro Antidiscriminazione LGBT è uno sperpero di soldi pubblici, così come anche UNAR è un meccanismo totalmente da rivedere.
A Ravenna non vi è alcuna emergenza tale da giustificare centri simili.
Un gioco che gioca unicamente alle frange più estreme della sinistra che possono trovare nei centri Antidiscriminazione LGBT il terreno giusto per proseguire i proseliti della pseudo cultura arcobaleno.
Troviamo Inoltre del tutto ipocriti i percorsi che l’Ausl ha individuato sul benessere della comunità LGBT nelle strutture sanitarie locali: una misura che è anzi discriminatoria verso tutti gli altri cittadini.
Un’altra volta denari pubblici servono ad aiutare una minoranza a porsi come maggioranza ideologica della comunità.”

























































