“Dopo i fatti del 3 novembre accaduti a Riolo Terme, lungo il corso del torrente Senio, nel tratto che muove dal ponte sulla provinciale 306, in zona termale, per risalire in direzione Casola Valsenio, ho ricevuto sia come Consigliere Provinciale che come Consigliere dell’Unione dei Comuni della Romagna Faentina diverse segnalazioni di importanti danni alle abitazioni e alle aziende agricole situate nelle vicinanze del torrente stesso” a dichiararlo è Stefano Bertozzi, rappresentante di Fratelli d’Italia per il territorio faentino.

“In gran parte i danni sono stati la diretta conseguenza oltre che della nuova ondata di piena, dello stato dei luoghi dopo le alluvioni del 3/4 e 16/17 maggio 2023” spiega il consigliere comunale e dell’Unione della Romagna Faentina.

Cumuli di legname, detriti, fango, si sono confusi in quel terribile maggio con la fitta vegetazione presente sia lungo il greto stesso del torrente che lungo gli argini, buona parte di questa si trovava già in stato di abbandono, molti tronchi secchi risiedevano in quelle aree da anni, così come la vegetazione infestante aveva preso il totale sopravvento.

Ad inizio settembre, esattamente quattro mesi dopo l’alluvione di maggio, dopo aver verificato sia personalmente che attraverso circostanziate segnalazioni che nessun intervento di pulizia e messa in sicurezza di quel tratto era stata attivata, ho inviato a mezzo PEC una dettagliata comunicazione alla Prefettura di Ravenna e per conoscenza al Sindaco di Riolo Terme, al Presidente dell’Unione della Romagna Faentina, al Presidente della Provincia di Ravenna, all’ARPAE e all’Agenzia della Protezione Civile dell’Emilia Romagna.

Il 12/09/2023 il Prefetto di Ravenna ha inoltrato a suo volta all’Agenzia Territoriale per la Sicurezza Territoriale e la Protezione Civile la mia segnalazione, chiedendo a quella stessa autorità di “riferire allo scrivente le iniziative e le azioni adottate al riguardo”.

Dopo quella comunicazione null’altro è accaduto” accusa Bertozzi.

Il consigliere denuncia che “Nessuna iniziativa è stata intrapresa prima del 3 novembre 2023, nessun intervento di pulizia in somma urgenza è stato attivato nell’area oggetto di segnalazione nonostante i fondi stanziati dalla struttura commissariale, il legname ed i detriti accumulati sopra descritti sono rimasti esattamente dove la forza delle acque li avevano depositati, nessuna risposta è stata data al segnalante come richiesto dal Prefetto di Ravenna.

Nella notte del 3 novembre il pericolo segnalato è divenuto reale, la piena che da Palazzuolo sul Senio è scesa lungo valle ha trovato nell’area indicata l’ostacolo dei detriti e del legname creando delle vere e proprie dighe naturali, questo lungo l’abitato della frazione Isola, lungo via Sebastiano Bertozzi, lungo via Rio Ferrato e via scendere fino ad arrivare nuovamente alla zona termale.

Emblematiche sono le immagini dei laghi Azzurri nuovamente allagati, della situazione a ridosso della cosiddetta Chiusa di Via Rio Ferrato e del ponte sulla provinciale a pochi metri da questa, dell’allagamento dell’area Hotel Senio e di tutte le abitazioni limitrofe, per non parlare della situazione tragica della ex Villa dell’Orologio.

In tutti i punti in cui il legname ha fatto da diga il fiume ha esondato andando a colpire nuovamente diverse abitazioni (che già avevano avviato o terminato una parte dei lavori), numerose aziende agricole (che già avevano ripristinato i terreni) e diverse attività turistiche.

Il tutto è stato reso ancora più evidente dall’assoluta assenza di danni a valle della zona termale dove invece gli interventi di rimozione del legname erano stati attivati fin da subito, in un’assurda logica di pulizia da valle a monte anzichè il contrario”.

Il 3 novembre nuovamente è stato danneggiato l’acquedotto rurale di Via Rio Ferrato gestito dal Consorzio di Bonifica della Romagna Occidentale.

“Ora ci troviamo quindi di fronte a famiglie ed imprenditori che si dovranno nuovamente mettere mano al portafoglio, e in molti casi indebitarsi, per ripristinare quelle stesse strutture ed aziende colpite solo pochi mesi prima. Tralasciando l’impatto psicologico di quanto accaduto. Ritengo che le responsabilità individuali e/o collettive, se ci sono, vengano a questo punto individuate, indagate e perseguite, perché non è possibile che parte di un territorio venga totalmente abbandonato a sé stesso nonostante precise segnalazioni” chiede Bertozzi.

“Non è possibile che una pluralità di istituzioni si lavi totalmente le mani del rischio potenziale, limitandosi a dare segnali di allarme, e non intervenga in nessun modo per porre rimedio.

Per tutte queste ragioni ho inoltrato oggi stesso un esposto alla Procura della Repubblica di Ravenna allegando la mia segnalazione del 7 settembre 2023 (completa di documentazione fotografica), descrivendo quanto accaduto, ed allegando anche le immagini che sono state scattate nei giorni del 3-4 e 5 novembre 2023, nella speranza che vengano avviate indagini specifiche sui fatti descritti, per i quali mi sono reso e mi rendo pubblicamente disponibili a rilasciare dichiarazioni e indicare situazioni e persone che possono informare sui fatti.

Se qualcuno ha sbagliato è giusto che paghi, perché non possono essere sempre e solo i cittadini a fare le spese delle inefficienze e degli errori di amministrazioni troppo spesso latitanti o politicamente inadeguate al ruolo che rivestono”.