I nuovi criteri nazionali per la classificazione dei Comuni montani, così come annunciati dal Governo, rischiano di produrre effetti ingiusti e penalizzanti per ampie aree dell’Appennino emiliano-romagnolo, si passerebbe da 121 comuni montani a 71 nella Regione ed in particolare nella provincia di Ravenna e nella Romagna faentina è probabile che tutti e tre i comuni montani non lo siano più, l’elenco ufficiale uscirà nei prossimi giorni.

Parliamo di territori che vivono quotidianamente le difficoltà tipiche della montagna: dissesto idrogeologico, viabilità complessa, spopolamento, fragilità dei servizi essenziali, costi più alti per cittadini e amministrazioni. Ridurre tutto a parametri rigidi esclusivamente altimetrici significa non riconoscere la realtà di questi Comuni.

Nel Ravennate, realtà come Casola Valsenio, Brisighella e l’area collinare faentina rischiano di vedere messo in discussione il loro riconoscimento come Comuni montani, con conseguenze molto concrete: meno risorse per la manutenzione delle strade, minori fondi per la sicurezza del territorio, meno tutele per scuole, trasporti pubblici e servizi sanitari di prossimità.

Il Consigliere Bosi a margine delle prime dichiarazioni dell’Assessore Baruffi, della preoccupazione di molti Sindaci e Sindache e della conferenza stampa indetta oggi dal Gruppo PD, ha dichiarato:”Come Regione Emilia-Romagna abbiamo sempre difeso un’idea di montagna viva, abitata e presidio del territorio, investendo su servizi, infrastrutture e coesione sociale. Le famiglie, senza incentivi per i nidi, incentivi per la casa e tutela dei servizi pubblici, rischiano di decidere di non abitare più i territori montani, aumentando così lo spopolamento e la fragilità di quei Comuni che invece dovrebbero essere un baluardo contro l’impoverimento territoriale e il dissesto idrogeologico. Non possiamo accettare che, con un colpo di penna, si sottraggano strumenti fondamentali a comunità che già fanno i conti con grandi fragilità.

Questa norma traccia una linea chiara tra chi crede che l’appennino possa ancora essere una risorsa fatta di aziende che meritano una fiscalità di vantaggio e di cittadini che meritano servizi territoriali, e chi come il Governo crede che invece le aree interne e collinari debbano essere lasciate sole.”

Oggi è stata presentata una risoluzione all’Assemblea Legislativa dal Gruppo Pd per chiedere alla Giunta Regionale di farsi portavoce in Conferenza delle Regioni della necessità di rivedere i criteri annunciati dal Governo al fine di tenere nella dovuta considerazione tutti quegli elementi antropici, culturali, socio-economici ed infrastrutturali che sono l’essenza stessa della definizione di montanità.”