In Emilia-Romagna, nella popolazione adulta (dai 20 ai 64 anni) il tasso di occupazione delle donne è circa 15 punti percentuali inferiore a quello maschile (66,4% contro 81,2%). E sempre tra le donne è maggiore la diffusione del lavoro a tempo parziale rispetto a quello a tempo pieno, così come le mancate trasformazioni dei tanti tipi di rapporti di lavoro a rapporti a tempo indeterminato. É in questi due indicatori, diffusi dall’ Ufficio di Statistica della Regione Emilia-Romagna il senso di una disuguaglianza che ancora una volta mette a nudo il problema. E di questo, al di là della retorica legata all’8 marzo, dobbiamo partire per onorare al meglio, la Giornata internazionale dei diritti delle donne”: così in una nota Tullia Bevilacqua, segretario regionale di Ugl Emilia-Romagna.

“Come dobbiamo ricordare, inoltre, che ben il 40% delle donne occupate in Emilia-Romagna ha dovuto modificare qualche aspetto del proprio lavoro per occuparsi della cura dei figli e della famiglia.  É in questa asimmetria nelle responsabilità domestiche che si evidenzia una problematica culturale prima ancora che sociale, anche nella nostra, per altri versi evoluta, regione. E i due anni della pandemia hanno aggravato, purtroppo, la situazione e intensificato i fattori di stress e deteriorato ulteriormente i rapporti ormai consunti in ambito familiare. Con effetto che il tanto evocato ‘divario di genere’ s’è inasprito e le donne stanno pagando il prezzo più caro di un disagio sociale sempre più crescente, anche in un’altra categoria più a rischio, come quella dei giovani”: aggiunge Tullia Bevilacqua.

“Il gap salariale,  ipercorsi di carriera a ostacolie la difficoltà delle donne nell’accesso ai vertici dirigenziali, sia nel pubblico che nel privato, riportano il vero limite di un percorso: la parità tra i sessi, tutt’altro che raggiunto. Anche in Emilia-Romagna”: ribadisce Tullia Bevilacqua.

“Come sindacato Ugl, da anni , per garantire la parità di trattamento e salvaguardare l’occupazione femminile, ripetiamo che è necessario agire su più fronti. In primis incrementando le tutele per le lavoratrici, implementando gli investimenti nazionali e regionali in infrastrutture sociali, destinando maggiori risorse alla formazione e incentivando meccanismi di premiazione del merito sul posto di lavoro. Si chiede la modifica del dettato normativo, ma le leggi, quando rimangono lettera morta non bastano e si devono pienamente applicare: penso alla norma sulla parità retributiva, per esempio”: aggiunge il segretario regionale di Ugl Emilia-Romagna.

“Sarà “Festa della donna”, lo dico ogni anno e lo ripeto anche questa volta, soltanto quando non ci saranno più violenze, né pregiudizi, né disparità, né sopraffazioni nei confronti delle donne. C’è la piaga dei femminicidi e in questo la nostra regione è maglia nera in Italia. Parlarne una volta l’anno non basta e tocca alle istituzioni farsene carico con le misure che l’emergenza, perché di questo si tratta, richiede”: conclude il segretario regionale di Ugl Emilia-Romagna, Tullia Bevilacqua.