“Numerose segnalazioni pervenute alla sezione di Ravenna di Italia Nostra documentano un’inspiegabile inattività del cantiere per la rimozione della carcassa della motonave Berkan B, abbandonata nel Canale dei Piomboni del Porto di Ravenna da ben quattro anni (ottobre 2017), spezzatasi per errate operazioni di demolizione e, lo ricordiamo, lasciata affondare nella completa indifferenza – senza essere stata bonificata dai carburanti – a marzo 2019” La sezione ravennate di Italia Nostra torna a criticare la gestione del recupero della Berkan B. L’associazione denuncia un cantiere giudicato “inoperoso”.
“Da almeno sette settimane uomini e mezzi sono presenti al cantiere, ma nulla pare muoversi. Di certo, alla data delle riprese pervenuteci, i lavori non erano iniziati. Un video di venerdì 20 agosto, girato verso le 11.30, ovvero in orario di lavoro, mostra in cantiere una decina di persone e di automezzi parcheggiati, ma nessuna attività in corso. Gli operai si riparano dal sole cocente all’ombra di una gru, immaginiamo tra i miasmi tossici di idrocarburi in evaporazione. La situazione si protraeva tale e quale già da ore.
Foto del pomeriggio del 16 agosto mostra situazione analoga: operai seduti, forse intenti ad osservare i propri telefoni. Alla stessa data, due operatori lanciavano e ritiravano dalla banchina una rete a bilancia nella zona della poppa, ovvero delle cisterne carburanti, dove riprese del 28 giugno evidenziano vistosi aloni oleosi, chiazze nere e lamiere ricoperte da una fascia di oltre un metro costituita da residui dei carburanti sversati in acqua, ed attualmente in fase di liquefazione ed evaporazione per le temperature elevate.
Cosa stavano raccogliendo: avifauna o pesce morti o sofferenti per i carburanti ancora dispersi? La distanza non ha permesso di stabilirlo, ma è stata inviata immediata segnalazione telefonica e via PEC ad Arpae, richiedendo un controllo e spiegazioni”.
Italia Nostra torna quindi a chiedere conto alle istituzioni responsabili: “Perché questi ritardi? Chi paga per il cantiere aperto ma inattivo? Il cronoprogramma dei lavori parla di almeno quattordici settimane per il carico del relitto sul pontone: impensabile dunque che entro l’estate il recupero sia terminato come dichiarato al Ministero della Transizione Ecologica ed ai cittadini dalla Presidenza dell’Autorità di Sistema Portuale di Ravenna, e tantomeno ad ottobre, alla data della terza udienza preliminare a carico della stessa AdSP. Attendiamo di comprendere il perché di questi ritardi, auspicando, nonostante il periodo meno indicato viste le alte temperature, che la rimozione abbia finalmente inizio. Inoltre, sebbene la situazione sia altrettanto grave, con sconcerto segnaliamo come nulla sia concretamente in programma per la gigantesca “discarica abusiva” rappresentata dal cosiddetto “cimitero delle navi”, nonostante i mezzi idonei al recupero già presenti a pochi metri di distanza. Anzi, nel Piano Triennale Operativo 2021-23 dell’AdSP si legge: “Nei prossimi mesi ed anni occorrerà gestire la presenza del cantiere per il recupero di relitto navale presente nella banchina Piomboni C e la presenza nell’attiguo bacino (ex Saipem) di navi in sosta inoperose o abbandonate”. Mesi ed anni… Follia, incapacità o cos’altro?”