Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Ravenna, Corrado Schiaretti, ha archiviato definitivamente la querela per diffamazione rivolta alla giornalista Linda Maggiori nel 2023 da Stefano Pratolesi, proprietario dell’allevamento intensivo di tacchini Gaia Società Agricola. Una querela che il PM aveva già archiviato ma alla quale Pratolesi si era opposto. Ieri è stata depositata l’archiviazione definitiva anche dal Gip.
Pratolesi aveva denunciato Linda Maggiori a seguito di un articolo pubblicato sul blog Faenza Ecologica dal nome “L’allevamento di tacchini a Celle, Faenza: una storia di proteste” giudicato diffamatorio dal proprietario.
Secondo il Gip:
“Il contenuto dell’articolo era volto a ricostruire in chiave critica la storia dell’allevamento di tacchini sito in località Celle di Faenza e a descriverne lo stato attuale. (..) È ormai pacifico in dottrina e giurisprudenza che un articolo giornalistico non può mai costituire il delitto di diffamazione, quando rispetti i parametri di verità, continenza e interesse pubblico.
Nel caso in esame, non vi è dubbio che l’interesse pubblico sussista, trattandosi di una attività economica che inerisce tematiche di grande interesse, come la tutela dell’ambiente, la tutela della salute collettiva e il benessere degli animali.
Né lo scritto risulta privo di continenza espressiva, atteso che l’autrice, pur lasciando trasparire posizioni molto critiche, non ha impiegato termini denigratori od offensivi. Da ultimo, è necessario affrontare il parametro della verità, invero quello più contestato dal querelante. I passaggi più contestati dell’articolo, sono dei copia e incolla di autorevoli scritti dell’ AIA, dell’AUA, nonché di una lettera di un comitato di cittadini, che in passato ha protestato contro l’allevamento, oggi di proprietà della Gaia.
Da una lettura attenta, la dicitura Tumor Valley è riferita agli allevamenti intensivi presenti in Regione, dove vi sono stati casi di errato smaltimento di eternit. L’articolo tratta della storia del sito, dove sembrerebbe essere accaduto un caso di smaltimento irregolare, sebbene prima dell’attuale gestione. Pertanto, l’odierno querelante non è la persona a cui vengono attribuiti i fatti illeciti e dunque, non può dirsi diffamato.
Da una attenta analisi, quindi, lo scritto rispetta i criteri di verità, continenza ed interesse pubblico, necessari al fine di configurare le scriminanti del diritto di cronaca e del diritto di critica”.
Linda Maggiori commenta: “Accolgo questa archiviazione con un sospiro di sollievo e uno di amarezza. Di sollievo perché delle quattro ingiuste querele che mi hanno raggiunto in poco più di un anno, due sono finite, e sto aspettando la conclusione delle altre. Di amarezza perché mi hanno fatto passare mesi di ansia e angoscia ingiustamente e deliberatamente. Purtroppo in Italia le querele temerarie contro giornalisti e attivisti sono all’ordine del giorno, usate proprio per intimidire e mettere a tacere, compromettendo il diritto di cronaca e di critica. Il loro obiettivo non è riparare un torto ma dar fastidio a chi cerca di raccontare la verità.
Un grande ringraziamento all’avvocato Andrea Di Pietro del Foro di Roma, per il gran lavoro fatto e a Front Line Defenders associazione internazionale dedita a difendere la libertà di stampa, che ha sostenuto le spese legali.
Senza queste associazioni, il diritto a raccontare e il diritto dei cittadini a sapere, sarebbe compromesso.
L’Italia (e nel piccolo anche Faenza) purtroppo non brillano per libertà di stampa e tutela dei giornalisti indipendenti”.

























































