“Questo fine anno può essere utile  per fare il punto sui piccoli passi che Ravenna inizia a compiere per uscire dal terzo mondo in cui tuttora giacciono le sue strade di collegamento col mondo civilizzato. Significa non soffermarci neppure sulla “Nuova Romea Ravenna-Mestre”, tratto di 127 chilometri mancante alla strada europea E55, solco abissale che ci divide dal nord-est nazionale e continentale, verso cui marciamo invece col passo del gambero. “Siamo molto indietro, solo ipotesi sulle quali non mi spenderei neanche troppo” è stata infatti le resa a mani alzate pronunciata al riguardo dal concittadino Andrea Corsini, assessore della nostra Regione alle Infrastrutture, il 15 dicembre scorso.

MULATTIERE SECOLARI

Occupiamoci perciò delle nostre mulattiere secolari:

  • i due tratti dell’Adriatica che attraversano rovinosamente Fosso Ghiaia a sud e Camerlona-Mezzano-Glorie a nord- ovest, i cui due progetti di variante esterni ai centri abitati sono rimasti, per un totale di nemmeno 20 chilometri, gli unici al punto zero dei mille chilometri di questa strada che unisce l’estremità della Puglia al Veneto;
  • e la Ravegnana, tratto della statale Tosco-Romagnola tra Ravenna e Forlì, che attraversa, altrettanto pericolosamente, Durazzanino-Coccolia-Ghibullo, richiedendo almeno di essere allargata e messa in sicurezza trasferendone il percorso ad ovest dei tre paesi.

Di queste tre varianti, la Regione Emilia-Romagna non s’è mai preoccupata, neppure negli anni tra il 1998 e il 2019 in cui è stato approvato e via via aggiornato il PRIT, primo Piano Regionale dei Trasporti. C’è voluta un’insistente pressione di Lista per Ravenna perché entrassero, all’ultimo momento, nel PRIT 2025, adottato appunto il 10 luglio 2019. Nell’ottobre 2021, la Regione Emilia-Romagna stipulò una convenzione con ANAS perché elaborasse, “entro giugno 2022”, i progetti di fattibilità. A tutt’oggi però, la nostra città, nonostante vari solleciti di Lista per Ravenna, non ne ha saputo ancora niente.

PRIMI PASSI IN AVANTI

Da quanto è finora vagamente trapelato, quasi fossero segreti, alcune verifiche che abbiamo compiuto ci consentono di affermare con certezza che in effetti ANAS ha prodotto i “documenti di fattibilità delle alternative progettuali”, così chiamati dal nuovo Codice degli appalti pubblici 2023, per la nuova Ravegnana e per la variante di Fosso Ghiaia. Della variante di Camerlona-Mezzano-Glorie è stato invece redatto il vero e proprio  “progetto di fattibilità tecnico-economica” che  assorbe ora il progetto definitivo: esso rappresenta dunque un passo in avanti più significativo, essendo il progetto esecutivo solamente di dettaglio rispetto alle scelte fondamentali ormai compiute sui lavori e sui costi, tra cui spiccano un tracciato di 11 chilometri e una spesa di 300 milioni. Non c’è quindi ragione perché questi fascicoli siano ulteriormente nascosti alla conoscenza e alle valutazioni della città, attraverso il Consiglio comunale, unico organo che la rappresenti interamente per via elettiva. Lista per Ravenna si attiverà in tal senso.

FINANZIAMENTI DA SBLOCCARE

Il problema fondamentale resta però, per tutte tre le varianti, il loro finanziamento, col dato negativo che queste opere non sono inserite tra quelle indicate come prioritarie dalla Regione Emilia-Romagna per il Contratto di Programma tra Ministero delle infrastrutture ed Anas che disciplinerà l’utilizzo delle risorse assegnate dal Governo ad Anas stessa per realizzare, in questa regione, gli interventi infrastrutturali. Tale dato vede Ravenna storicamente trascurata rispetto non solo ai capoluoghi dell’Emilia, ma anche agli altri (Forlì-Cesena e Rimini) della Romagna, come chiunque abbia a percorrere le relative strade di circuitazione e di collegamento si rende clamorosamente conto. Non essendo tale Contratto ancora chiuso, il Consiglio comunale di Ravenna potrà e dovrà ben pronunciarsi al riguardo, affinché la Regione Emilia-Romagna dimostri che non siamo figli di un dio minore.”

Alvaro Ancisi

(capogruppo di Lista per Ravenna)