Sono 309, nelle province di Ferrara e Ravenna, i lavoratori che la procedura di composizione negoziata consente di salvare dal licenziamento per chiusura dell’azienda. A due anni dall’avvio di questa nuova procedura stragiudiziale – fa sapere la Camera di commercio di Ferrara e Ravenna – introdotta per consentire il risanamento delle imprese in condizioni di squilibrio patrimoniale o economico-finanziario, sono 14 le domande pervenute.
Il dato maggiormente positivo è offerto dal “peso” dei risanamenti aziendali che le soluzioni favorevoli sono in grado di rigenerare, cui va aggiunto, inoltre, l’effetto benefico del risanamento dell’impresa sui fornitori e su tutte le aziende dell’indotto e della filiera produttiva. La composizione viene per lo più impiegata da società di capitali (S.r.l. e S.p.A.) di piccola dimensione, con una “età” aziendale media di 18 anni.
“Le imprese ha sottolineato il presidente della Camera di commercio di Ferrara e Ravenna, Giorgio Guberti stanno cominciando a comprendere l’utilità e l’efficacia di questo strumento che consente di salvare e rilanciare l’attività economica. A due anni dall’avvio della procedura, che ha permesso  di contribuire a una riduzione del 10% le procedure concorsuali presentate tra il 2021 e il 2022, potrebbe essere utile, però, intervenire con alcuni aggiustamenti, diretti sia a rafforzare la conoscenza dello strumento presso imprese e professionisti, sia a semplificare l’iter procedurale, e soprattutto a migliorare la forza negoziale di tale importante opportunità nei confronti dei creditori pubblici (fisco ed enti previdenziali) e privati”.
Avviata il 15 novembre 2021 con decreto legge n. 118/2021 e definitivamente normato dal codice della crisi di impresa, la Composizione negoziata per la soluzione della crisi d’impresa ha un carattere esclusivamente volontario e stragiudiziale per gli imprenditori commerciali ed agricoli in condizioni di squilibrio patrimoniale o economico-finanziario.
Le imprese interessate ad accedere alla Composizione negoziata forniscono, in fase di compilazione dell’istanza, una serie di dichiarazioni quali l’eventuale appartenenza ad un gruppo d’imprese o della qualifica di impresa “sottosoglia” (ricavi minori di 200.000 €; attivo patrimoniale inferiore a 300.000 €; debiti inferiori a 500.000 €), la necessità di avvalersi di nuove risorse finanziarie, nonché le risultanze del test pratico di autovalutazione – reso disponibile dalla Piattaforma telematica – la cui redazione consente all’imprenditore, ancor prima di ricorrere formalmente alla procedura, di verificare se esista o meno una ragionevole perseguibilità del risanamento e valutare l’incisività degli interventi da adottare.
Sempre nella fase di presentazione dell’istanza, l’impresa può richiedere l’applicazione delle misure protettive del patrimonio, nonché l’esenzione dagli obblighi di ricostituzione del capitale e da cause di scioglimento di cui all’articolo 2446 e seguenti del codice civile.