“Lista per Ravenna sente il dovere, anche dietro richiesta di cittadini direttamente interessati (in particolare i tabaccai), di dare informazione pubblica sull’avvenuta decadenza, senza poter essere rinnovate, delle due ordinanze emesse dal sindaco De Pascale per fronteggiare l’epidemia da coronavirus. È stato il decreto legge n. 19 del 20 marzo che, in sostanza, ha tolto ai sindaci il potere di emettere ordinanze, mantenendo in vigore quelle già “uscite” solo fino al 4 aprile. Vediamo meglio.

  1. L’ordinanza De Pascale n. 344 aveva disposto, dal 14 marzo a tempo indeterminato (mentre la legge impone invece di fissare una scadenza), la chiusura al pubblico di tutte le spiagge, i parchi, giardini e aree verdi comunali, pinete litoranee e pinete comunali. È dunque cessata dal 5 aprile. Al suo posto vale ora l’ordinanza nazionale del ministro della Salute datata 20 marzo che vieta solo  “l’accesso del pubblico ai parchi, alle ville, alle aree gioco e ai giardini pubblici”, non alle spiagge e alle pinete. Il ministro ha però disposto allo stesso tempo la regola generale secondo cui “non è consentito svolgere attività ludica o ricreativa all’aperto; resta consentito svolgere individualmente attività motoria in prossimità della propria abitazione, purché comunque nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona”. Quindi, in tutte le spiagge e in tutte le pinete può andare chi abita nelle loro vicinanze.
  2. L’ordinanza De Pascale n. 354 aveva impartito, con decorrenza 19 marzo, quattro disposizioni. Essendo però scaduta il 3 aprile con termine proprio, senza possibilità di rinnovo, non le espongo essendo per buona parte rimaste in vigore a seguito di successive ordinanze ministeriali: ad esempio, vale ancora la chiusura al pubblico dei cimiteri. È però interessante per i cittadini conoscere quanto è rimasto in vita di altre due disposizioni del sindaco non toccate dal Governo:
    • dalla “sospensione immediata su tutto il territorio comunale di tutte le tipologie di gioco lecito che prevedono vincite in denaro, a titolo esemplificativo e non esaustivo: new slot, gratta e vinci, 10 e lotto”, il Governo ha eliminato il divieto dei gratta e vinci, tornati dunque leciti il 5 aprile; 
    • da questa data, è finito anche l’obbligo della “chiusura dei punti di erogazione delle acque pubbliche potabili, comunemente denominate casine dell’acqua”.

Su qualsiasi movimento sul territorio italiano vale comunque il decreto governativo “Io resto a casa”, che consente di uscire dalla propria abitazione  solo per ragioni di lavoro o di salute o per altre necessità, ad esempio l’acquisizione di beni necessari. Tutto da comprovare” afferma Alvaro Ancisi, Capogruppo di Lista per Ravenna.

Mi astengo dall’esprimere giudizi sul merito di queste norme di legge, solamente obiettando che i cittadini hanno il diritto di riceverne ampia ed esatta conoscenza. Dal canto loro, le amministrazioni pubbliche hanno il dovere di impartire disposizioni chiare ed univoche, ragion per cui è stato giusto che, per questa tragica emergenza, sia stato sospeso il potere di ordinanza con cui ogni sindaco aggiungeva qualcosa di suo al quadro legislativo riservato allo Stato e ad ogni singola Regione, già di per se stesso confuso e contraddittorio” continua Ancisi.

Chiudo col dovere di informazione, ricordando che il 22 marzo scorso, in un’intervista rilasciata al quotidiano nazionale “La Repubblica” sull’emergenza Covid 19, il sindaco di Ravenna aveva tra l’altro dichiarato: “Troppe ordinanze rischiano di creare confusione, o addirittura contagio…servirebbe una cabina di regia ristretta a poche persone per le scelte generali. Anche perché le ordinanze servono per i dettagli, ma il messaggio vero è sempre uno solo: evitare gli spostamenti allo stretto necessario…le differenze tra territorio e territorio hanno senso solo se è diverso il livello dell’ epidemia. Se invece territori simili hanno regole diverse si crea confusione”. Perfetto. L’esperienza ci serva per il futuro” conclude Alvaro Ancisi.