“Fare una lista più o meno civica che porti acqua al candidato sindaco che rappresenta l’apparato che governa la città da sempre, non è certo un’impresa complessa come imbastire una civica di opposizione per la quale il rifiuto di candidarsi è spesso accompagnato da considerazioni fatte tra i denti “sai io lavoro in quell’azienda, io prendo commesse da Tizio, io riceverei le ritorsioni di Caio” etc…

E’ dunque molto difficile pensare che i riformisti di “FutuRA” abbandonino il campo per non aver trovato i candidati o non essere riusciti a raccogliere le firme necessarie.

Sarebbe dunque fortemente sbagliato non saper cogliere nel loro comunicato di abbandono un elemento molto interessante, ovvero una implicita critica dall’interno al campo al quale fanno riferimento, ovvero quello di De Pascale.
In una città nella quale il dibattito è spesso monolitico nell’essere pro o contro l’amministrazione, è evidente come questo annuncio di disimpegno, benchè accompagnato da una dichiarazione generica di condivisione del campo, sia una delle prime vere ammissioni da sinistra di quanto chi fa opposizione a De Pascale, e al PD ravennate, da anni ha sempre detto: la commistione fra politica, associazioni di categoria (da cui proviene peraltro un candidato sindaco improvvisamente folgorato dal desiderio di opporsi, pur facendo parte in prima linea del sistema, dice nulla Ravenna Incoming?), portatori di interessi opacamente neutrali e dunque surrettiziamente partigiani, associazioni di giovani avvocati i cui leader, al termine del mandato, finiscono per candidarsi sempre nella stessa area, altri studi professionali a caccia di consulenze e di conferme, non sia un terreno fertile per fare una battaglia politica degna di portare questo nome.
Ovviamente non siamo così ingenui da ritenere che questo disimpegno formale significhi che i promotori della lista che non si presenterà cambino candidato o facciano scelte clamorose, ma sicuramente indicano, a chi vuole capirlo, che il re è nudo e che quell’1% che avrebbe portato acqua a De Pascale, senza creargli il dovere di “ricambiare”,  potrebbe costargli molto caro.
Chi in città vorrà cogliere quel segnale, e trovare il candidato giusto al quale rivolgere la sua attenzione, troverà sicuramente aperta la porta del sottoscritto.
Alberto Ancarani “