“Ciò che temevamo si è avverato” questa la voce dei Comitati Riuniti “Siamo immersi in un caos di confusione, lentezza e assenza istituzionale, un incubo burocratico che supera persino le nostre più fosche previsioni.”
I comitati riuniti della Romagna, sorti dopo l’alluvione, lamentano un’eccessiva burocrazia nell’accedere agli aiuti stanziati a sostegno di chi ha subito gravi perdite a maggio: “Ecco la tragicommedia italiana: denaro promesso, ma bloccato dal dedalo burocratico”.

In primo piano c’è la piattaforma Sfinge: “Un labirinto di problemi che, anziché semplificare, sembra essere stata progettata da un qualche moderno Minosse per tenere gli aiuti lontani da chi ne ha bisogno. Parliamo poi delle normative tra inquilini e proprietari – un gioco di serie A e serie B dove, per ragioni oscure, solo uno può avanzare la richiesta di risarcimento. Un enigma degno di un rompicapo di Agatha Christie.
Lo stanziamento di fondi a favore di chi ha visto l’auto distrutta invece viene giudicato un “decreto machiavellico”, promesse di liquidità trasformate in un miraggio: “I cittadini, anziché ricevere l’aiuto promesso oltre un mese fa, si trovano a vagare in un deserto di confusione e ritardi. Finora, gli unici fondi erogati sono stati i 5000 euro per il soccorso immediato, una goccia in un oceano di bisogni”.

“Ma non finisce qui. In questa commedia dell’assurdo, l’unico aspetto che sembra funzionare con precisione svizzera sono i controlli, quasi ossessivi, per recuperare quei pochi aiuti erogati. I censimenti sembrano più un gioco della tombola che un serio tentativo di mappare i bisogni reali, con controlli a macchia di leopardo e distribuzione di briciole affidata alle sempre presenti associazioni come la Croce Rossa.
La messa in sicurezza del territorio, argomento tanto caro ai discorsi istituzionali, rimane un miraggio, con l’incuranza nel non accettare le voci di spesa per paratie e valvole di non ritorno . Si prospetta un ripristino del territorio ‘come prima’ entro maggio, ma in questa promessa c’è una sottile ironia: ‘come prima’ non è sufficiente e non rassicura
In conclusione, ciò che emerge da questa situazione è un ritratto amaro e sarcastico di un’Italia alle prese con l’emergenza, dove l’inefficienza e la burocrazia creano un circolo vizioso di speranze deluse e attese interminabili. Un paese dove, a quanto pare, navigare nell’alluvione della burocrazia è più difficile che nell’alluvione stessa”.