Alluvione. I Ministri Tajani e Bernini incontrano le realtà agricole: “I fondi per le aziende ci sono”

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Il Ministro degli affari esteri Antonio Tajani e il Ministro dell’Università e della ricerca Anna Maria Bernini in visita agli stabilimenti di Agrintesa di Castel Bolognese e Faenza, al termine di una serie di tappe che hanno toccato anche le altre province romagnola. A Faenza l’incontro con la stampa e con il mondo di Confcooperative si è focalizzato soprattutto sulle difficoltà del settore agricolo, legate non solo all’alluvione di maggio, anche se proprio sul tema dei ristori si è soffermato il ministro con i giornalisti.

L’incontro con le realtà di Confcooperative si è poi allargato anche alle attuali problematiche riscontrate dalle cooperative di servizi e dalle cooperative che garantiscono il welfare nel nostro territorio, con un futuro a rischio a causa dei costi, della mancanza di forza lavoro e di entrate ritenute troppo basse. Tajani ha inoltre affrontato la causa del Sudafrica contro Israele per genocidio nei confronti dei palestinesi.

Il confronto con le realtà cooperative è stato aperto dal Presidente nazionale di Confcooperative, Maurizio Gardini: «La vostra presenza qui oggi èun segnale tangibile della vicinanza del Governo a un territorio che negli ultimi mesi ha dovuto affrontare emergenze che hanno messo in seria difficoltà l’economia locale. Le alluvioni prima e il terremoto dopo hanno determinato uno shock sociale ed economico in un territorio chiave della food valley italiana dove la filiera cooperativa è una delle protagoniste assolute.Determinante nel settore primario e in quello dei servizi alla persona, ed è proprio grazie allo spirito cooperativo se siamo riusciti a reagire, a rialzarci e a tendere una mano al territorio. Ci sono ancora molti nodi da affrontare. I danni alle coltivazioni si ripercuoteranno per anni, così come quelli alle infrastrutture. L’azione di ricostruzione del generale Figliuolo è stata meritoria. Il generale ha dato priorità al ripristino e al consolidamento del territorio e delle infrastrutture.Ora chiediamo al Governo di intensificare gli investimenti per rilanciare le imprese e sostenere le famiglie, perché nessuno resti escluso».

«Il fatto che l’incontro di oggi sia avvenuto ad Agrintesa – ha aggiunto il Presidente di Confcooperative Romagna – aggiunge rilevanza all’evento perché il settore agricolo del nostro territorio sta vivendo un momento molto difficile.I cambiamenti climatici in atto – gelate primaverili, siccità, eventi calamitosi –hanno messo in ginocchio l’agricoltura romagnola. Come se non bastasse l’Europa, non tenendo conto della situazione, ci chiede proprio ora di spingere sulla transizione ecologica imponendo pratiche difficilmente attuabili nel breve periodo. Noi comprendiamo la necessità e vogliamo avere un ruolo da protagonisti in collaborazione con il Pubblico partendo però da una crisi del settore che vede alcune produzioni quasi azzerate a causa del clima. Se dovessero acuirsi anche le fitopatie il settore agricolo romagnolo, più che centrale per la nostra economia, potrebbe avere il crollo definitivo. Ai Ministri, al Governo, chiediamo disostenere i nostri bisogni in Europa, anche sul fronte delle quote di mercato che negli ultimi anni, proprio a causa della scarsa produzione, sono state soppiantate da altre nazioni, Spagna e paesi del Nord Africa in prima battuta».

Un’altra tematica sulla quale si è concentrato il dibattito è legata allacooperazione sociale: «L’aumento dei costi generali, cui si andrà presto ad aggiungere anche il rinnovo del contratto collettivo, ha messo in grave difficoltà le cooperative sociali che si occupano di servizi socio-assistenziali – ha spiegatoMirca Renzetti, Coordinatrice di Federsolidarietà Confcooperative Romagna -. Quello delle cooperative sociali è un mondo molto legato all’ente pubblico per cui chiediamo che già a partire dai prossimi mesi venga avviata unanuova fase di programmazione condivisa che tenga conto, oltre che di queste problematiche contingenti, anche del futuro dei servizi visto l’andamento demografico che ci impone di essere obiettivi e comprendere che presto ci saranno da gestire un numero sempre più alto di persone non autosufficienti. Non meno importante è il tema legato all’inserimento lavorativo di persone con disabilità o svantaggiate:il fatto che il contratto di riferimento sia messo in discussione nell’ambito dei servizi di igiene ambientaleè un rischio per tutti i settori in cui operano le cooperative sociali di tipo b. Noi ribadiamo chela missione principale di queste cooperative è fare inserimento di soggetti fragili, un risultato che comporta anche un risparmio all’ente pubblico calcolato in circa 4.000 euro per persona. Noi vorremmo che questo sistema virtuoso non venga messo in pericolo e chiediamo che l’ente pubblico riconosca l’impatto sociale generato da queste imprese, ne riconosca il valore generato per la collettività e che le supporti ad esempio con appalti riservati e clausole sociali».