Si è svolta ieri a San Pietro in Trento l’assemblea del PD con il candidato sindaco della coalizione di centrosinistra, Alessandro Barattoni, organizzata nell’ambito del percorso di mobilitazione “Radicati nel futuro”. Un incontro intenso e concreto, che ha dato spazio alle domande e alle sollecitazioni dei cittadini e si è sviluppato intorno ai temi cruciali per il futuro del territorio.
Barattoni ha aperto la serata ricordando come serva un lavoro collettivo, serio e responsabile per non perdere l’aderenza con la realtà e non alimentare la disaffezione verso la politica.
«I partiti si governo – ha detto- quando erano all’opposizione facevano promesse su pensioni, accise, canone o immigrazione e ora si dimenticano di tutto, alimentando così la sfiducia e la disaffezione verso la politica. Noi, al contrario, scegliamo un’altra strada: quella della serietà, del riconoscimento dei problemi reali e della proposta di soluzioni credibili, concrete e realizzabili. Il rispetto per i cittadini inizia dalla verità: dire cosa si può fare e cosa no.». Barattoni ha quindi rivendicato uno stile politico trasparente e concreto, lontano dalle scorciatoie propagandistiche: «Chi fa le foto alle buche e ai sacchetti di spazzatura non propone un progetto di città, ma alimenta sfiducia e rabbia. Noi vogliamo costruire soluzioni credibili e durature.»
Nel suo intervento, il candidato ha toccato numerosi temi centrali. Ha evidenziato le sfide legate all’invecchiamento della popolazione, alla solitudine e alla disabilità, chiedendo un salto di qualità nella capacità del Comune di accompagnare le famiglie in tutte le fasi della vita.: «Oggi i servizi per le persone fragili – come anziani non autosufficienti, persone con disabilità, disturbi psichici o in condizioni di disagio – sono spesso organizzati secondo due modalità opposte: o si rimane a casa propria, con un’assistenza limitata e spesso a carico esclusivo dei familiari, oppure si entra in una struttura residenziale H24, come una casa famiglia o una RSA, dove l’assistenza è continua. Questa contrapposizione rigida non risponde più ai bisogni di tante situazioni intermedie: persone anziane che vivono sole ma non hanno ancora necessità di una struttura protetta, oppure famiglie con figli autistici che avrebbero bisogno di un sostegno costante ma flessibile. Per questo vogliamo costruire un nuovo welfare di comunità, un modello più flessibile, diffuso e vicino ai bisogni reali delle persone. Immaginiamo una rete di servizi territoriali come l’assistenza domiciliare personalizzata, i centri diurni, il cohousing, gli sportelli sociali, in grado di intercettare i bisogni prima che diventino emergenze. Un welfare attento anche alle “nuove fragilità”, come quelle legate ai disturbi dello spettro autistico o alla povertà relazionale. C’è bisogno di interventi accessibili e immediati, pensati per chi non può affrontare percorsi lunghi o burocraticamente complessi. C’è bisogno anche di soluzioni intermedie che intercettino precocemente i bisogni e generino una rete sociale viva e accogliente, capace di sostenere le persone nelle loro fragilità senza lasciarle sole e senza costringerle a soluzioni drastiche.»
Si è affrontato il tema del dissesto idrogeologico: «Dopo le alluvioni e i cambiamenti climatici, servono opere strutturali, casse di espansione, tracciamenti controllati, oltre che una battaglia politica comune per ottenere risorse statali. Non possiamo permettere che dopo ogni tragedia si ricominci da capo. È una questione di giustizia per tutta la Romagna»”.
Anche sulle manutenzioni c’è stato l’impegno a stanziare nuove risorse per rimettere mano a strade, marciapiedi, piste ciclabili, dopo la conclusione dei cantieri già finanziati dal PNRR.
Sul tema locale della chiusura del ponte tra San Pancrazio e Ragone, Barattoni ha annunciato l’impegno della prossima amministrazione a prevedere un bando per rimborsare parte dei costi sostenuti dalle attività, analogamente a quanto fatto in passato con agevolazioni sulla Tari.
Infine, per quanto riguarda il recupero degli spazi pubblici è stato affrontato il caso dell’ex scuola di Ragone, con l’idea di iniziare un percorso graduale di valorizzazione, a partire dagli spazi esterni e dai servizi di base, per dare una risposta concreta alle esigenze della comunità e dei comitati locali.


























































