Sulle 21 di venerdì scorso, la polizia locale del Comune di Ravenna era in servizio tra via Maggiore e via Don Minzoni, zona nord del borgo San Biagio che Lista per Ravenna ha spesso indicato come soggetta a spaccio di droga ed azioni di delinquenza da parte di giovani. Qui la pattuglia ha potuto identificare, in un gruppetto di cinque giovani, due diciottenni in possesso di hashish: poco meno di un grammo il primo, segnalato alla Prefettura quale assuntore di stupefacenti; 11,5 grammi il secondo, arrestato per spaccio, col sequestro sul posto anche di un bilancino di precisione e di qualche banconota, nonché, a domicilio, di un secondo bilancino e di altra droga. L’operazione è stata possibile in quanto la pattuglia era accompagnata da un finanziere con un cane antidroga, il cui fiuto è stato inesorabile per i due ragazzi in possesso di droga.

Appena martedì prima, il Consiglio comunale aveva approvato all’unanimità due ordini del giorno presentati da Alvaro Ancisi, capogruppo di Lista per Ravenna, volti a rafforzare la polizia locale stessa con una propria unità cinofila e impiegando un drone. Abbiamo colto l’occasione del fatto per chiedere al comandante del Corpo Andrea Giacomini, competente per legge a dare attuazione a tali deliberati, di chiarirci come intenda avvalersi di tali supporti, sciogliendo anche taluni dubbi o incertezze emersi dal dibattito consiliare. Di seguito la sua cortese esposizione.

“Si tratta di due strumenti senz’altro utili, al cui impiego sono favorevole.

  1. La Polizia locale del Comune di Ravenna ha in organico un pilota di drone. Quando ha necessità di far volare uno di questi apparecchi si avvale di quelli in carico al Comune di Cervia o alla Polizia locale della Provincia di Ravenna. Altrimenti, attraverso un rapporto convenzionale, si rivolge agli Aereo Club, che, con reperibilità garantita 24 ore su 24, ne mettono a disposizione dei diversi, a seconda del tipo di scenario presso cui devono essere utilizzati. Quindi, tre soluzioni alternative prontamente attivabili. Risorse che vanno esaminate non sotto il solo profilo dell’unità organizzativa di un singolo comando di Polizia locale, ma in maniera integrata tra tutti.
  2. Allo stesso modo non è immaginabile un cane con un proprio conduttore, cioè un’unita cinofila, per ogni comando, ma per un loro certo numero, anche perché la sua utilità deve essere proporzionale ai costi di attivazione e di esercizio del servizio. Attualmente, ci serviamo di quelle disponibili presso altre Polizie locali, di cui la più vicina è quella di Riccione; oppure dei rapporti di collaborazione, sempre molto efficienti, con la Guardia di Finanza, che ne dispone di una a Ravenna, e con l’Arma dei Carabinieri, che ne ha nella città di Bologna. Ogni cane ha una propria specifica destinazione di utilizzo, per cui taluni, cosiddetti cani antidroga, sono destinati alla ricerca delle sostanze stupefacenti, altri allo svolgimento di attività per l’ordine pubblico, o alla ricerca di materiale esplosivo, o alla ricerca di cadaveri. Poter soddisfare questo catalogo piuttosto ampio di esigenze non è immaginabile attraverso l’istituzione di 4/5 unità cinofile presso ciascun comando di Polizia. Nonostante ciò, l’istanza che proviene dal Consiglio comunale sarà doverosamente presa in considerazione, sposandosi anche con l’iniziativa, che ho già voluto intraprendere, di istituire un’unità cinofila nel mio comando. Ci muniremo quindi di un cane. Con ogni logica e ragionevolezza, sarà un cane antidroga, visto che questa è la tipologia di impiego che più sovente ci interessa quando andiamo a svolgere, per conto dell’autorità giudiziaria, delle perquisizioni domiciliari, oppure quando svolgiamo gli ordinari servizi di vigilanza sul territorio in zone connotate talvolta dall’odioso fenomeno dello spaccio”. Di quanto sopra è prova il successo dell’operazione avvenuta appena tre giorni dopo, aggiunge Lista per Ravenna.