La Casa delle Donne di Ravenna esprime preoccupazione di fronte agli sviluppi della vicenda che coinvolge il Sindaco di Cervia, Mattia Missiroli, attualmente indagato per maltrattamenti e lesioni nei confronti della moglie, come riportato da numerose testate nazionali.
“La notizia di un’indagine per presunti maltrattamenti in ambito familiare, con contestazioni legate a episodi di violenza domestica e lesioni, rappresenta un elemento di gravità per qualsiasi uomo e in modo particolare per chi ricopre un’importante carica istituzionale e che pertanto ha la responsabilità di rappresentare un’intera comunità.
Pensiamo che la difesa debba rimanere un diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento così come recita l’articolo 24 della Costituzione Italiana, tuttavia il nostro impegno quotidiano contro la violenza sulle donne, in ogni sua forma e espressione, ci impone di affermare con fermezza che chi rappresenta la legalità e la cura della comunità non può essere coinvolto in indagini per violenza domestica se pure nella fase iniziale di un procedimento penale. La sola esistenza di gravità indiziaria rispetto a comportamenti lesivi dei diritti e dell’integrità fisica e psichica di una donna deve portare a una riflessione profonda sulle opportunità di proseguire l’incarico almeno fino a quando la verità giudiziaria non sarà pienamente accertata.
Come purtroppo è già capitato per altre situazioni simili riteniamo che anche questa preoccupante vicenda necessiti di una risposta politica chiara”.
La Casa delle Donne chiede quindi al sindaco di Cervia un passo indietro: “Con responsabilità e coerenza con i valori di autodeterminazione, contrasto alla violenza di genere e tutela delle donne, chiediamo al Sindaco di Cervia di rassegnare le dimissioni, per consentire un clima politico non segnato da un conflitto tra ruoli istituzionali e indagini su fatti di violenza familiare.
Non è solo un appello politico: è un impegno verso una cultura che non minimizza e non tollera la violenza contro le donne — dentro o fuori dalle mura domestiche, dentro o fuori dalle istituzioni”.

























































