“In data 18 settembre 2025 l’assessora Impellizzeri ha convocato i sindacati presso il Comune di Ravenna per un incontro informale in merito alla spinosa questione della chiusura dell’Istituto Comprensivo San Pier Damiano, durante tale incontro la rappresentante della Giunta, in modo accogliente, aveva espresso la disponibilità del Amministrazione di rivedere la posizione in merito allo smantellamento dell’istituto scolastico. Alla fine della mattinata ci siamo dati appuntamento il 2 ottobre 2025.
Nel pomeriggio di tale data ci siamo seduti al tavolo con i rappresentanti del Comune per confrontarci sulle nuove proposte riguardanti il futuro dell’ IC San Pier Damiano.
Speravamo in un incontro diverso; il nostro obiettivo è sempre stato, e sempre sarà, quello di salvaguardare tutte le autonomie scolastiche della nostra città (e non solo).
Durante l’incontro, purtroppo, abbiamo constatato che tutte le parole spese nell’incontro informale erano state disattese; l’Amministrazione ci ha presentato una nuova ipotesi che, a detta loro, doveva essere molto diversa dalla precedente e che avrebbe salvaguardato l’IC San Pier Damiano.
La nuova proposta è la seguente: unificazione degli Istituti Comprensivi Damiano e Novello e la conseguente riorganizzazione degli stradari che indicano in quale scuola iscrivere il proprio figlio in base alla residenza.
A detta dei rappresentati del Comune di Ravenna, tutte le possibili valutazioni sono state fatte e questa “nuova” proposta sarebbe l’unica possibile…
Abbiamo espresso delusione e contrarietà alla nuova “ipotesi”, che non ci sembra essere assolutamente diversa dalla precedente.
Nuovamente abbiamo espresso il nostro dissenso rispetto all’unificazione dei due istituti scolastici; poiché, come la prima proposta, si tratta di un ridimensionamento scolastico, vale a dire che il Comune di Ravenna dal prossimo anno scolastico avrebbe solo 9 Istituti Comprensivi a fronte dei attuali 10.
Vogliamo sottolineare che ad oggi né l’Ufficio Scolastico Regionale né il MIM hanno richiesto alla provincia di Ravenna o al Comune di Ravenna di effettuare questo taglio; vogliamo evidenziare che la Regione Emilia Romagna ha bloccato la legge del ridimensionamento fino al 2027; la nostra zelante amministrazione sta anticipando i tempi per puro interesse economico.
Abbiamo riconsegnato ai nostri interlocutori le nostre riflessioni circa la ricaduta che questa “nuova ipotesi” avrebbe non solo sull’ efficacia e l’efficienza del sistema scolastico pubblico statale, ma anche sulla qualità dell’offerta formativa e della sicurezza degli alunni.
Gli effetti dell’unificazione ricadrebbero soprattutto sul personale scolastico: ci sarebbero meno posti di lavoro e quindi esuberi sia sull’organico di diritto che su quello di fatto, quindi meno collaboratori scolastici (che sono le figure principali che sovraintendono alla vigilanza, all’igiene ed alla sicurezza nelle nostre scuole), meno assistenti amministrativi (deputati al corretto funzionamento della intera “macchina scuola”), e meno docenti, con tutto ciò che ne può conseguire in termini di qualità dell’insegnamento.
Il Comune continua ad ignorare che unificando si perdono posti di lavoro ed ignora che la scuola statale non è un ristorante. Se si chiude una scuola poi non si riapre più.
Come Cisl, Uil e Snals, ci chiediamo se questa Giunta possa permettersi tutto ciò?
Può permettersi di peggiorare volutamente il sistema di Istruzione statale ragionando solo ed esclusivamente in termini prettamente economici o, testuali parole “per praticità e per razionalizzare”?
Due ragioni di taglio (praticità e razionalizzazione) che non ci saremmo aspettati da questa Amministrazione.
Il Comune continua a dire che questa unificazione è causata dalla denatalità futura e dal voler salvaguardare i plessi del forese, senza ammettere che il “problema affitto” è noto da 40 anni e che nessuno ha fatto nulla prima per ovviare alla chiusura del plesso Ghiselli.
Alla luce di tutto ciò, possiamo essere sicuri che nei prossimi anni non verranno chiusi altri plessi? Ricordiamo alla cittadinanza che dal prossimo anno scolastico avremo già un plesso in meno, quello di Madonna dell’Albero. Quale sarà il prossimo plesso che decideranno di chiudere a causa della denatalità? Sarà uno del forese o sarà uno del centro città?
Come Cisl, Uil e Snals sosteniamo che si dovrebbe usare la denatalità come una risorsa; essa rappresenterebbe l’occasione per consentire ai docenti di lavorare in classi meno affollate e non in classi pollaio.
Come sempre, quando si deve tagliare, si taglia sull’Istruzione o sulla Sanità; e noi lo riteniamo inammissibile e quindi continuiamo a non accettare la chiusura di alcun istituto comprensivo o istituzione scolastica e chiediamo a gran forza il mantenimento della secondaria di I grado in capo all’IC “SP Damiano” ricollocandola semplicemente in altri plessi.
Abbiamo chiesto, sia in data 18 settembre sia in data 2 ottobre, un incontro con tutti i soggetti coinvolti in questa vicenda (Sindaco, Dirigenti Scolastici, Provveditorato e Personale Scolastico), ma per ora le nostre richieste sembrano cadute nel vuoto; speriamo non si stia usando la strategia del famoso motto “divide et impera”.
Cisl, Uil e Snals restano aperte al dialogo e auspicano in un tavolo contrattuale ampio e collaborativo, sarebbe bello avere una vera “Tavola Rotonda”
CISL SCUOLA UIL SCUOLA RUA SNALS

























































