Continua la realizzazione del nuovo centro federale di motocross a Monti Coralli, a Faenza. L’impianto, finanziato con in fondi PNRR e, in parte, da risorse del Comune di Faenza, sarà gestito da Andrea Dovizioso. Continuano però le critiche al progetto da parte di Faenza Eco-logica, realtà ambientalista fin da subito contraria al cantiere.
“Da accesso agli atti sappiamo che l’opera finanziata dai fondi PNRR è stata collaudata in data 07/03/2025 con prot URF n. 26935 del 12/03/2025, e come dichiarano gli enti “è già finita”. Per lo meno è finita la parte finanziata dal Pnrr, perché mancano tutte le opere di viabilità a carico del Comune e ulteriori edifici che saranno costruiti”, evidenzia Faenza Eco-logica.
È di questi giorni la determina del Comune di Faenza per affidare ad uno studio legale le procedure relative all’esproprio dei campi limitrofi, per la costruzione della strada.
“Insomma, una nuova gettata di cemento per attrarre traffico e ospitare una kermesse di rumore e inquinamento (dell’aria, acustico e luminoso) di cui non sentivamo assolutamente bisogno” continua la realtà ambientalista. “Senza parlare dei 180 mila euro con i quali il Comune ha già pagato l’illuminazione delle gare in notturna e degli altrettanti soldi per le frane da sistemare.
Ma la cosa ancora più grave, è che tutto il progetto, finanziato dai fondi Pnrr, pare che non abbia mai chiesto la Verifica di Assoggettabilità alla VIA.
Abbiamo per questo scritto alla Regione Emilia-Romagna, all’ARPAE, ai Carabinieri Forestali”.
Riportiamo stralci della lettera inviata da Faenza Eco-logica, in attesa di risposta:
“L’intervento in oggetto con risorse comunitarie ha previsto l’esecuzione di numerose opere di elevato potenziale impatto ambientale sia in fase di cantiere che durante il funzionamento ordinario dell’impianto (per inquinamento acustico, luminoso; modifica delle morfologia dei luoghi; taglio di alberi; presenza di corpi idrici potenzialmente recettori di contaminanti emessi).
Dall’esame dei contenuti progettuali e della documentazione amministrativa ottenuta tramite accesso agli atti, nonostante i precisi e inequivocabili obblighi di legge, non appare essere stata effettuata la procedura della Verifica di Assoggettabilità a V.I.A. (cosiddetta V.A.) di cui agli artt.6 e 19 del D.lgs.152/2006 che prevede da un lato la stesura dello Studio Preliminare Ambientale e dall’altro il suo esame da parte dell’autorità competente. Il progetto ricade inequivocabilmente nella categoria progettuale punto 8 lettera “b” dell’Allegato IV “b) piste permanenti per corse e prove di automobili, motociclette ed altri veicoli a motore”. Il fatto che l’impianto fosse in parte preesistente all’entrata in vigore delle norme sulla V.I.A. non ha alcun significato in quanto il D.lgs.152/2006 chiarisce che la procedura deve essere comunque svolta per tutte le ‘t) modifiche o estensioni di progetti di cui all’allegato III o all’allegato IV già autorizzati, realizzati o in fase di realizzazione, che che possono avere notevoli ripercussioni negative sull’ambiente (modifica o estensione non inclusa nell’allegato III)’.
Qualora, come sembra evidente, l’intervento non sia stato effettivamente sottoposto a V.A. ciò costituirebbe una evidente violazione della normativa nazionale e della Direttiva comunitaria in materia di V.I.A.
Ne conseguirebbe, vista la natura preventiva della procedura di V.I.A. nonché la necessità di svolgerla quando tutte le opzioni sono ancora possibili, l’obbligo di fermare ogni ulteriore passaggio procedurale nonché, ovviamente, lavori eventualmente in corso.
Fin da ora, esaminando la documentazione, si possono evidenziare alcuni degli impatti dell’intervento che, come recita la norma, possono avere notevoli ripercussioni sull’ambiente.
Tra questi, inequivocabilmente e senza essere esaustivi:
-alterazione e/o distruzione dei lembi boschivi presenti, sia direttamente sia indirettamente (per modifiche del contesto immediatamente circostante);
-disturbo diretto e indiretto della fauna, dal rumore derivante dal cantiere e delle attività ordinarie,
-aumento dell’inquinamento luminoso con disturbo della fauna notturna;
-dalla modifica delle morfologia del terreno per scavi e sbancamenti. Non a caso l’area è stata oggetto da importanti movimenti franosi;
-consumo di suolo temporaneo e/o permanente, comprese modifiche sostanzialmente irreversibili del suolo.
Alle autorità competenti chiediamo quindi di verificare se sia stata espletata o meno la procedura e all’autorità proponente di svolgere i propri controlli. In caso negativo, cioè di elusione delle varie norme, è necessario disporre l’immediata interruzione di eventuali lavori e l’inizio delle attività (gare, allenamenti)”.

























































