“L’intervento di ristrutturazione del ponte sul fiume Montone relativo alla SP n.5 rappresenta non solo un intervento necessario per la stessa struttura, ma anche un elemento di strategica importanza per due parti del territorio ( San Pancrazio e Russi da una parte e le Ville Disunite ravennati dall’altra ) .
Appare quindi evidente che anche i tempi di realizzazione, oltre alla buona esecuzione dei lavori, sono un elemento fondamentale per evitare ulteriori danni a chi è stato colpito anche dall’alluvione del 2023”.
A sostenerlo è Claudio Miccoli, che contesta anche come i lavori siano stati assegnati:
“L’aggiudicazione dei lavori è il primo elemento di dubbio, visto che la scelta di affidarsi alla modalità della trattativa negoziata mediante sorteggio ha portato su 10 inviti ad una solo offerta ( nella sostanza un massimo ribasso al buio ) .
Questo lavoro andava affrontato con la modalità della Offerta Economicamente Vantaggiosa in modo da selezionare le migliori ditte che potevano offrire migliorie, a meno che non ci fosse già la consapevolezza di un progetto non affrontabile da ditte specializzate nel settore e in grado di leggere e valutare tecnicamente il progetto“.
Il cronoprogramma dell’azienda che si è aggiudicata i lavori prevedeva di iniziare il cantiere il6 Aprile 2020 per poi ultimarli per fine agosto sempre 2020.
“Consapevoli dei problemi della pandemia e del tema dell’anomalo aumento dei prezzi, sembra però che un ritardo che, ad oggi, è di circa 60 mesi rappresenti una situazione inaccettabile e che ha già prodotto, e produrrà ancora, gravi danni ai cittadini in termini di disagio nel movimento e altrettanti gravi danni al sistema commerciale locale, da sempre interconnesso tra le due rive del Montone“.
Lunedì, nella sede della Provincia di Ravenna, si è tenuto un incontro fra le istituzioni e il comitato dei residenti. Secondo il nuovo cronoprogramma si è arrivati al dodicesimo giorno di lavoro: “La provincia ha difeso a spada tratta la ditta dicendo che era la prima volta che affrontava un lavoro del genere ma che si è sempre resa disponibile, figuriamoci se non lo fosse stata visto il drammatico avanzamento dei lavori, 12 giorni sui 224 previsti per finire il cantiere, il 5% del lavoro eseguito dopo 5 anni dall’aggiudicazione, un vero record purtroppo negativo“ critica Miccoli.
“È stato detto che il lavoro di smontaggio del ponte lato San Pancrazio non può essere fatto perché sulla sommità arginale non vi è lo spazio per alloggiare una gru di grandi dimensioni come quella utilizzata lato Ragone .
Ma questa, purtroppo, è la stessa situazione esistente al momento della progettazione per cui appare evidente che ci si trova davanti ad un “ errore progettuale “ .
E il competente ufficio dell’Agenzia Regionale Sicurezza del Territorio e Protezione Civile come si era espresso in tal senso ?
Oppure nessuno si è accorto di questo errore ? oppure la regione non si è espressa e il lavoro è stato appaltato in assenza di autorizzazione ?
Tutti elementi importantissimi che nella riunione non sono stati, colpevolmente, chiariti alimentando sempre più i sospetti .
L’Ing. Nobile ha poi annunciato che i lavori termineranno entro la fine del prossimo settembre annunciando una prossima riunione con gli uffici regionale per definire la data di inizio del cantiere legata alla variante dei lavori in sinistra e delle modalità di esecuzione in relazione al rischio di alluvione .
Con tutto ciò, visto inoltre che l’opera di appoggio delle travi in destra è di là da essere anche solo abbozzata, le travi in appoggio sulla sponda sinistra sono ancora al loro posto, per cui la struttura di appoggio delle travi deve essere ancora fatta completamente ed è ovviamente prodromica alla posa delle travi ( preparazione della struttura esistente, casseratura, getto del calcestruzzo e 28 giorni per la sua maturazione ).
Poi si potrà procedere alla posa delle travi costituenti la struttura portante del ponte, a cui seguirà la realizzazione della sovrastruttura completata con la parte di viabilità completata dal getto dell’asfalto” .
“Tutto questo porta ad una visione molto preoccupante dei lavori che non collima affatto con le garanzie e la tempistica fornite dall’Ing. Nobile e suffragate dalla struttura politica di Provincia e Comune di Ravenna .
Alla fine di questi lavori temo che molte piccole attività saranno sparite con buona pace di chi ha commesso evidenti errori”.
























































