Il Tribunato di Romagna celebrerà l’anno prossimo il 60° dalla fondazione. Nato come “Tribunato dei Vini di Romagna”, dopo l’intenso lavoro sulla qualità, valorizzazione e conoscenza dei nostri vini, nel tempo è evoluto in Tribunato di Romagna, e ora ha per scopo l’affermazione e la salvaguardia del patrimonio culturale, delle tradizioni, della lingua e dei prodotti tipici della Romagna, con il compito di promuovere e premiare le eccellenze romagnole.

L’organizzazione è guidata da un organo direttivo chiamato “Praesidium”, composto da vari membri, tra cui il Primo Tribuno e rappresentanti territoriali delle diverse città romagnole, le sette sorelle: Imola, Faenza, Lugo, Ravenna, Forlì, Cesena e Rimini. Inoltre, il Tribunato è suddiviso in quattro corti che includono esperti di scienza, arte, cultura del vino, imprenditori e tribuni onorari.

Nell’associazione si entra per chiamata in base ai meriti acquisiti e al potenziale di essere ambasciatori della Romagna.

Nella “Tornata” di primavera, tenutasi a Bertinoro domenica scorsa, i Tribuni ravennati sono stati protagonisti, con il passaggio di Beppe Rossi alla Corte d’Onore, e con l’ ”incapparellatura” di tre presitigiose personalità: Anna Maria Minguzzi, imprenditore agricolo con base ad Alfonsine, Mario Leotti Ghigi, già presidente dell’Ordine degli Agronomi di Ravenna, e Giorgio Guberti, Presidente della CCIAA di Ravenna e Ferrara, chiamato alla Corte d’Onore.

L’area territoriale di Ravenna Cervia e Russi diventa così quella più numerosa, e quindi con il maggiore impegno negli scopi del Tribunato.

Nel corso della mattinata, Gessica Allegni, Assessora a Cultura, Parchi e Forestazione, Tutela e valorizzazione della biodiversità, Pari opportunità – Regione Emilia-Romagna, già Sindaca di Bertinoro, ha tenuto una relazione dal titolo “Stato di fatto e prospettive future della Cultura in Emilia- Romagna”, dove in particolare ha evidenziato l’impegno a spingere sulla candidatura del ballo liscio, quale tradizione musicale e danzante della Romagna, a diventare patrimonio immateriale dell’umanità tutelato dall’UNESCO. Sostenuta dal Tribunato, la Regione Emilia-Romagna ha avanzato questa proposta al Ministero della Cultura, sottolineando il valore culturale e sociale del liscio, che rappresenta un elemento identitario e unificante per la comunità locale.