Ho avuto la fortuna come cittadino di Ravenna ed il privilegio di rappresentarne il Sindaco e l’Amministrazione comunale al convegno che si è svolto qualche giorno fa in Senato a Roma dal titolo: “La medicina narrativa” Medicina narrativa e narrazione come medicina.

L’incontro organizzato e promosso dalla Senatrice bolognese Michela Montevecchi, si proponeva attraverso un dibattito con medici e professionisti culturali di indagare come il paradigma narrativo possa essere condiviso e applicato nella pratica di cura per migliorare la nostra sanità.

In Italia ormai, sono diversi gli esempi pratici importanti di arte come cura, ma in particolare proprio la nostra città, Ravenna, con il progetto “Rianimazione letteraria di poesia intensiva” in ospedale è leader e riferimento nazionale per queste pratiche ed esperienze. Quello di Ravenna, iniziato nel 2015, è ad esempio un progetto che come spiega Livia Santini anima e fondatrice del progetto e anche protagonista assoluta del convegno romano “prevede una serie di iniziative volte a portare in ospedale una serie di arti. Ci siamo organizzati in modo da coinvolgere le case editrici, quelle discografiche la domenica pomeriggio, che è il momento in cui il paziente si sente più solo, per portare autori, scrittori”.

Dalla storia raccontata in un libro può arrivare un momento di sollievo, anche in situazioni difficili di vita come una malattia, e raccontarsi fa bene quando si affronta un percorso di cura, perché può servire anche al medico per individuare i percorsi terapeutici più efficaci. In generale, l’approccio all’arte sua globalità (musica, teatro, pittura, danza) può regalare dei momenti di evasione, permettendo “di vivere più di una vita”.

Altre esperienze importanti stanno fiorendo ormai ovunque, come anche a Firenze con la piccola farmacia letteraria, un angolo nato quattro mesi fa in cui si può trovare una ‘cura’ sotto forma ovviamente letteraria per ogni malattia.

Da tutti gli interventi, sia dei relatori che nel successivo dibattito con gli ospiti è emersa chiaramente la necessità di umanizzare tutte le professioni perché quando andiamo dal medico, dall’avvocato, o dall’architetto vogliamo essere compresi anche in emozioni, relazioni aspettative.

Insomma una giornata importante e gratificante per chi ha partecipato, un grande orgoglio per la nutrita rappresentanza cittadina presente e la consapevolezza di avere in Livia Santini e in tutti coloro collaborano con lei in questi straordinari progetti, una risorsa importantissima e speciale per la nostra città e per la nostra comunità.

Ti seguiremo e ti sosterremo in questa ed in future iniziative perché siamo e restiamo convinti che ove c’è più cultura, più arte e più umanità ci sia ovviamente anche più felicità.

Marco Turchetti

Consigliere Comunale Ravenna