In un periodo difficile, nel quale gli aumenti di prezzo stanno incidendo pesantemente sulla condizione delle famiglie, è utile focalizzare l’attenzione sulla spesa per un  servizio essenziale, come quello della fornitura idrica, con un confronto tra i comuni capoluogo dell’Emilia Romagna.

La formula per la determinazione della tariffa idrica, notevolmente complicata per i non addetti ai  lavori, è stabilita da ARERA che, dopo un passaggio in ATERSIR, ha anche, l’ultima parola sulla sua validazione. Sul costo in bolletta per l’utente finale incidono molteplici fattori non immediatamente percepibili dal consumatore, come ad esempio i costi per captazione, i costi di depurazione e gli investimenti, che possono variare in modo significativo da territorio a territorio. Di conseguenza le tariffe, pur rimanendo in un ambito omogeneo come quello regionale, sono  sensibilmente differenti.

La gestione del servizio  idrico, nei  capoluoghi  della regione, è affidata a IRETI (IREN) lungo  l’asse Piacenza Reggio Emilia e a HERA per i restanti comuni; in regione operano  anche, per porzioni di  territorio più  piccole, società di gestione in genere controllate dagli Enti  Locali.

OPTER, l’Osservatorio Prezzi e Tariffe di Federconsumatori Emilia Romagna (fonte dati Atersir, che ringraziamo), ha valutato i costi che hanno sostenuto le famiglie nel 2021, prendendo a riferimento l’utenza domestica “tipo”, vale a dire tre persone con un consumo medio  di  150  metri cubi. La città meno cara risulta essere Bologna con una bolletta annua (comprensiva dell’IVA al  10%), di  245 euro, mentre le più onerose sono Forlì  e Cesena con 438 euro, il 79% in più di Bologna.

Nella fascia alta anche Parma (426 euro), Rimini (420 euro) e Ferrara (412 euro). Poco al di sotto dei 400 euro Reggio Emilia (389 euro), Piacenza (377 euro) e Ravenna (374 euro). Soltanto la città di Modena ha un dato non lontano da Bologna, con 282 euro di bolletta annua. Nella provincia di Modena, oltre a Hera, opera nell’area di Carpi e Mirandola AIMAG, con costi che per la famiglia tipo hanno raggiunto nel 2021 i 338 euro.

Rispetto  al 2020 la percentuale di incremento  maggiore si registra a Rimini con +5,8%, mentre gli altri  capoluoghi segnano aumenti  tra l’1 e il 3%, e le uniche città  che segnano un  decremento  sono  Ferrara con -1,7% e Ravenna che piazza un – 7%. Scomponendo la bolletta, altri dati sono interessanti: i costi di depurazione raggiungono a Forlì Cesena i 125 euro, mentre a Bologna si fermano a 81 euro. Una forbice confermata anche dai costi di fognatura, con Forlì e Cesena a 52 euro, e Bologna a 33 euro. Sono assai diverse, tra le città, le politiche sul  costo  della materia prima attuate dai gestori: ad esempio la tariffa più  bassa per la quota di consumo agevolato la registra Bologna con  0,51 euro  al  metro  cubo, mentre il costo  più elevato per la quota di consumo eccedente la segna Ravenna, con 3,66 euro.

Veniamo alla differenza, in ciascuna città, tra il costo della quota agevolata e quella in  eccedenza, secondo la logica che a bassi  volumi di  consumo (generalmente 84 mc/anno) si spende meno, mentre sui volumi più alti il costo si innalza. La città che incentiva maggiormente il risparmio della risorsa è Modena dove 1 mc di  agevolata costa 0,58 euro, contro i 2,80 di eccedente, che quindi  quintuplica. Stesso discorso  per Ravenna, e a seguire per Bologna e Forlì Cesena. Sul versante opposto si colloca Ferrara, dove il consumo agevolato risulta inferiore del solo 30% a quello eccedente: 1,91 euro  per il  primo  e 2,72 per il  secondo. La componente cosiddetta “perequativa” con  cui  ad esempio si  sostiene il  bonus idrico per gli utenti in  difficoltà  economiche, è  invece uguale per tutti e vale 9,90 euro  all’anno.