“La soddisfazione per le parole di Draghi sull’energia, il rigassificatore e Ravenna, non attenuano la profonda preoccupazione sulle sorti dell’Italia. Infatti a stupire non è tanto la posizione del M5S quanto la decisione di Lega e soprattutto Forza Italia, di negare i voti al presidente del consiglio Mario Draghi. Una scelta di miopia politica che non solo indebolisce l’Italia nel contesto internazionale, ma ne ostacola la ripresa con un danno all’interesse nazionale che ci precipita in una tempesta perfetta le cui conseguenze ricadranno, purtroppo, sulle spalle già provate di famiglie e imprese.”

Così afferma Eugenio Fusignani, della Segreteria Nazionale del PRI quale Responsabile degli Enti Locali. “Infatti appare chiaro che ieri – continua Fusignani- sia stata la cosiddetta destra di governo a scrivere la parola fine per il governo Draghi, come e stesse dimissioni da FI rassegnate da Gelmini e Brunetta esprimono con chiarezza. Per questo – prosegue l’esponente repubblicano- ritengo che il PRI se da un lato deve chiudere ogni idea di un confronto con questo centrodestra, dall’altro debba proseguire a lavorare per costruire quella “Alleanza per la Repubblica” insieme alle forze di ispirazione laica, democratica, liberale, europeista, cristiano-liberali e del socialismo riformista e, con esse, aprire un confronto serio anche con chi, rompendo con Conte, ha sostenuto la presidenza Draghi, unica risorsa possibile per un governo in grado di tutelare il bene comune ed evitare un voto anticipato irresponsabile e che lascia aperti scenari preoccupanti. Non è pensabile – conclude Fusignani – continuare a credere che le ragioni di un suicidio politico risiedano nel termovalorizzatore capitolino poiché le ragioni vere che porteranno l’Italia alle elezioni anticipato, è più facile trovarle nella convergenza di Conte e Salvini sulle posizioni più aspre verso la posizione italiana sulla guerra in Ucraina, nel giudizio su Putin e sul ruolo della Nato.”

Molto apprezzata dal PRI l’affermazione di Draghi in Parlamento su rigassificatore e PNRR: “quando il presidente del Consiglio sottolinea che non è possibile volere la sicurezza energetica degli italiani e poi, allo stesso tempo, protestare contro queste infrastrutture, difende una linea di condotta coraggiosa e concreta che i repubblicani hanno sempre sostenuto” ricordano Nives Raccagni segretaria comunale PRI e Giannantonio Mingozzi della Direzione Nazionale PRI; “accelerare l’installazione dei rigassificatori a partire da Ravenna è un’altra testimonianza di impegno su nuove risorse energetiche, e per questo l’incentivo del presidente della Regione si unisce alla volontà del Comune e delle imprese ravennati unitamente al desiderio di non disperdere domani i fondi del PNRR destinati a Ravenna sulle infrastrutture in particolare”.

“Ragioni che dimostrano ancora una volta – ad avviso di Raccagni e Mingozzi – come la conclusione della presidenza Draghi rappresenti una pagina nera della storia italiana, per le forze politiche che l’hanno provocata e per la chiusura in modo vergognoso di una legislatura che ci ha legato all’Europa ed al mondo con autorevolezza e spirito di servizio.”