La passeggiata silenziosa organizzata dai gruppi WhatsApp di vicinato (Ravenna SOS Sicurezza, SOS Chat – Aiutiamo le Forze dell’Ordine, SOS Romagna Indipendente) ha visto buona partecipazione e ha riunito diverse centinaia di persone. Durante la manifestazione, si sono però presentati alcuni contestatori “armati” di pistole d’acqua. I contro-manifestanti hanno quindi bagnato con i getti d’acqua alcuni partecipanti al corteo, intonando “Bella ciao”.
“Come fosse una licenza d’insulto o un lasciapassare per la prepotenza” commenta oggi Nicola Grandi, capogruppo di Fratelli d’Italia in consiglio comunale.
“Il tutto senza lesinare di apostrofare i manifestanti con l’epiteto di “fascisti”, cercando scontro e delegittimazione, tentando, goffamente ma con evidente aggressività, di trasformare un momento di riflessione e civiltà in un ring di scontro politico” critica l’esponente politico.
“Viene spontaneo chiedersi cosa sarebbe accaduto se le parti fossero state invertite, e un gruppo di manifestanti di destra si fosse permesso di disturbare, insultare e aggredire — anche solo simbolicamente — un corteo per i diritti civili o una marcia per la pace. Si parlerebbe di “squadrismo” con titoli a nove colonne, interrogazioni, appelli sui social.
E invece? Silenzio perché sembra quasi che la violenza abbia il diritto di cittadinanza solo se arriva da una determinata e precisa posizione politica”.
“La polizia, schierata a fare da scudo ed evitare scontri ha scelto (giustamente) di non intervenire, una scelta che non giudichiamo, nell’assoluta convinzione che siano state poste in atto tutte le scelte più corrette in termini di ordine pubblico, certo è che ci sarebbero gli estremi per diversi profili di reato e se comunque l’acqua non ferisce il messaggio che porta con sé è ben più violento portando con sé la volontà di intimidire chi non la pensa allo stesso modo.
Quello che è accaduto è grave non per l’atto in sé, ma per ciò che rappresenta ovvero quell’incapacità ormai evidente da parte di alcuni di accettare che ci si possa mobilitare in nome della libertà, dello Stato, delle sue leggi e di chi quelle leggi intende far rispettare o semplicemente che la si pensi in maniera diversa dalla propria.
Un’aggressione non tanto ai manifestanti, ma al principio stesso di convivenza democratica, che lascia una ferita aperta nel cuore della nostra città e su cui sarebbe interessante conoscere il punto di vista del nostro sindaco, così attento, proprio in questi giorni, a difendere ad ogni livello diritti e libertà, perché il rispetto, la democrazia e la convivenza democratica cominciano proprio dalle piccole vicende quotidiane.
In alternativa sarebbe interessante conoscere cosa ne pensa il suo vice, ammesso e non concesso che, oltre alle deleghe in temini di Ordine Pubblico e Sicurezza ormai evidentemente solo di facciata, gli venga concessa la possibilità di esprimersi oppure se anche questa volta, sulla vicenda, calerà un rigoroso silenzio”.


























































