“Da un accesso atti si scopre che l’ormai nota “zona C” del comparto Ortazzo Ortazzino, al centro di una clamorosa mancata acquisizione da parte degli Enti pubblici, è stata venduta poco prima di Natale 2024, passando di mano da privato a privato. Gli Enti pubblici, che da almeno 12 anni avevano tra le missioni principali l’acquisizione dell’intera area Ortazzo Ortazzino (A, B, C), hanno fallito, non si è capito bene il motivo, l’acquisto, lasciandosi sfuggire, per 10 cent a metro quadro, l’intera area di Ortazzo Ortazzino, zona C compresa”.
Lo sostiene Italia Nostra Ravenna, da tempo impegnata a sensibilizzare comunità e politica sulla difesa dell’area naturalistica: “500 ettari sono passati di mano, a marzo 2023, dalla romana Immobiliare Lido di Classe, che negli anni 70 stava realizzando una speculazione immobiliare spaventosa poi miracolosamente sventata da WWF e altre associazioni, ad un’altra immobiliare facente capo al colosso ceco CPI, tra l’altro main sponsor – a quanto pare ora non più – del Ravenna Calcio. L’intera area, poi, balzata in pochi mesi al doppio del valore della prima compravendita, era già stata opzionata a settembre 2023 da una società del noto gruppo imprenditoriale ferrarese Mazzoni. Il tutto nel più assoluto silenzio delle Istituzioni, mentre Italia Nostra, poi coadiuvata da altre associazioni, avutane notizia all’inizio dell’estate 2023, cercava di far luce sulla vicenda”.
Il folto gruppo di associazioni, per tentare di bloccare qualsiasi potenziale mira e scoraggiare il “mercanteggio” della zona più preziosa dell’intero Parco del Delta del Po, aveva presentato richiesta per riconoscere l’intera zona (A, B e C) venisse dichiarata Riserva Naturale dello Stato, il massimo grado di tutela ambientale attualmente presente in Italia, analogamente a quanto avvenne negli anni 70 per salvare la foce del Bevano sulla quale l’Immobiliare Lido di Classe prevedeva la costruzione di un porto turistico.
Per la richiesta, che aveva visto il preziosissimo parere positivo di ISPRA, gli attivisti, accompagnati da Giorgio Lazzari – il naturalista che, insieme al Pretore Andreucci, fermò 50 anni fa le betoniere nell’Ortazzo – si erano recati fino al Ministero dell’Ambiente, a Roma, nel marzo 2024: “Tutto inutile: gli enti locali e regionali, fondamentali perché il Ministro dichiarasse la Riserva, hanno disdegnato questa soluzione, quasi che l’Ortazzo, in balia delle trattative private, fosse invece “cosa loro”. La richiesta, tra le varie motivazioni, verteva sia sulla notevole rinaturalizzazione dell’area, pressoché inaccessibile per 50 anni – fatto che ha consentito anche l’insediamento del simbolo per eccellenza dellawilderness, il lupo italico – sia che la Riserva avrebbe costituito una sorta di “serbatoio di scorta” di biodiversità in vista del prossimo futuro, dove lo stato di fortissima erosione di questo tratto di litorale, aggravato da subsidenza ed innalzamento dei mari, annuncia la cancellazione non lontana delle dune e della pineta litoranea. Finché, circa un anno fa il Parco del Delta del Po ha tentato di giocare la carta del diritto di riscatto, ma solo sulle aree A e B – come previsto dalla legge -, quelle più intoccabili e protette. La causa è ancora in Tribunale. Nel frattempo, veniva avviata la riclassificazione della zona C in B, che dovrebbe esser ferma il Regione da quasi un anno. Finché, tra l’ultima udienza di novembre e quella che dovrebbe avvenire a febbraio, si scopre questa ulteriore vendita, per una cifra di 250 mila euro, a favore di un’impresa locale con numerose attività a pochi passi dalla zona C. A quanto pare, nonostante la cifra irrisoria, nessun ente pubblico si è fatto avanti per l’acquisto della zona C, la quale, dopo la sciagurata sdemanializzazione degli anni 50 e l’inizio dei lavori per la lottizzazione della Lido di Classe, di cui restano ampie tracce all’interno, resta saldamente in mano privata”.
Secondo Italia Nostra: “Una vicenda sconcertante, lasciata in eredità da un presidente di Regione e Sindaco entrambi migrati altrove senza né aver acquisito per intero l’area, né aver concluso la riclassificazione della zona C, e da un Parco timoroso e silente, oppresso dalle logiche della politica e dello sfruttamento privatistico delle ultime aree naturali ravennati? Nei prossimi mesi avremo altre risposte a queste domande.”























































