Noi, capigruppo di opposizione di Lista per Ravenna, Lega Nord, Forza Italia, Ravenna in Comune, CambieRà e Gruppo Misto, abbiamo condiviso, primo firmatario Ancisi, una diffida, sottoscrivibile anche dagli altri capigruppo del consiglio comunale, che abbiamo indirizzato al dirigente del servizio Finanziario e per conoscenza, in relazione alle rispettive competenze, al segretario generale e responsabile dell’Anticorruzione e della Trasparenza, al collegio dei revisori dei conti e al sindaco di Ravenna. L’iniziativa concerne la deliberazione consiliare del 19 marzo 2019 sulla “Chiusura strada Ravegnana”, che dispone “misure di agevolazione dei tributi TARI, ICP e TOSAP in favore delle imprese localizzate nell’area oggetto di preclusione al traffico”. Approvata dalla maggioranza col voto contrario di tutta l’opposizione, ne impugniamo, in punta di diritto, la legittimità e ne dimostriamo l’infondatezza e l’inapplicabilità. Il senso giuridico dell’iniziativa è però sintetizzato nella seconda parte, perché ci preme esprimerne da subito il senso politico pieno.

IL SENSO POLITICO DELLA NOSTRA OPPOSIZIONE

Noi contestiamo soprattutto come la maggioranza che governa Ravenna da 49 anni, avendo ridotto la viabilità del territorio ad uno stato di gravi mancanze, impraticabilità e dissesti che non ha pari in Italia, e tanto meno in Emilia-Romagna, voglia riconoscere ai cittadini danneggiati dai casi di maggiore drammaticità, oggi la Ravegnana, ieri piazza Kennedy, domani il ponte Grattacoppa, solamente pochi spiccioli di esenzioni tributarie, tra cui l’unica che valga qualcosa attiene alla TARI. Ma contrastiamo, ancor più fortemente, che lo faccia senza impegnare un soldo del bilancio comunale, bensì ponendone il costo a maggior carico dell’intera massa dei contribuenti che questa tassa rifiuti la pagano. Lo consideriamo addirittura offensivo.

Quello che noi proponiamo è che la giunta tiri fuori almeno un millesimo/un millesimo e mezzo (200/300 mila euro) del bilancio corrente, per rimborsare i danni che la chiusura della Ravegnana ha prodotto e produrrà, chissà per quanto, alle imprese ubicate su tutta la vasta area martoriata posta sull’asse della Ravegnana fino a Coccolia e sulle frazioni a lato della Ravegnana facenti capo ai consigli territoriali di Roncalceci, San Pietro in Vincoli e Ravenna Sud. Ma non solo, perché vogliamo che siano rimborsati anche i cittadini residenti nella stessa area che, per esigenze di lavoro o familiari, subiscono anch’essi dei salassi economici per fronteggiare i propri attuali problemi di mobilità pericolosa e travagliata. Ci pare che verso questa direzione si sia sollevata in consiglio anche la voce del PRI. Se questa è l’intenzione di procedere della maggioranza, lasciando perdere gli inutili garbugli tributari, siamo a disposizione per definire insieme le forme giuste e legittime per assumere le decisioni conseguenti.

Il RISPETTO DELLA LEGGE

Il provvedimento della maggioranza, rifacendosi alla norma della legislazione finanziaria (art. 1, comma 86, legge 549 del 1995) che consente di concedere riduzioni o esenzioni tributarie agliesercizi commerciali ed artigianali situati in zone precluse al traffico a causa dello svolgimento di lavori per la realizzazione di opere pubbliche che si protraggono  per oltre sei mesi”, potrebbe interessare, nel caso di via Ravegnana, solo le attività di questo genere comprese nel tratto di quattro chilometri, chiuso al traffico, tra la rotonda sulla tangenziale Classicana e la provinciale Godo e San Marco, dove però non esistono imprese di questo genere, se non forse una (un allevamento di cani). Viceversa, in contrasto con la legge, la maggioranza intende estendere il beneficio anche ai “pubblici esercizi, turistici e ricettivi”, che sono al massimo tre, ma soprattutto a “tutta l’ area interessata da questa problematica” (parole dell’assessore al ramo): area del tutto vaga ed imprecisata, che inevitabilmente comprenderebbe imprese ubicate fuori del tratto di via Ravegnana chiuso al traffico. Per fare questo, obiettivo sicuramente doveroso, avrebbe dovuto essere accolto, e non bocciato, l’emendamento Ancisi che, distaccandosi dalla norma di legge tributaria posta a base del provvedimento, ha proposto di concedere i medesimi benefici tributari a tutti gli “esercizi ubicati nell’area economicamente danneggiata in conseguenza della chiusura della strada SS 67 Tosco Romagnola….”, quindi su tutta la Ravegnana fino a Coccolia e “nelle aree frazionali di San Pietro in Vincoli, Roncalceci e Ravenna Sud (San Marco e San Bartolo, in particolare)”, parimenti danneggiate. Logico e consentito dalla legge è che la copertura finanziaria, per queste estensioni, debba essere posta a carico del bilancio comunale, non degli altri contribuenti.

Contraddicendo le sue stesse argomentazioni, il dirigente del servizio Finanziario ha invece espresso parere positivo al provvedimento sbagliato della maggioranza e contrario all’emendamento giusto di Ancisi. Di qui la diffida a non dar seguito al provvedimento approvato: diffida che comunque chiama in causa anche le responsabilità del segretario generale, del collegio dei revisori e del sindaco stesso.

Si rimanda, per maggiore chiarezza delle tesi esposte, al testo della diffida, che si invita, se possibile, ad allegare.

I CAPIGRUPPO:

Alvaro Ancisi, Samantha Gardin, Alberto Ancarani, Massimo Manzoli, Samantha Tardi, Marco Maiolini