Lunedì 10 febbraio, alle 19, nella consueta cornice di Sala Ragazzini in Largo Firenze a Ravenna, è in programma un incontro con il professor Benito Righetti sul tema “I ragazzi di via Panisperna”, ovvero il celebre pool di fisici italiani che operò a cavallo fra le due guerre mondiali, la cui figura di spicco è quella di Enrico Fermi.
Quando le loro ricerche in campo nucleare e in un mondo piombato nella seconda guerra mondiale acquistarono importanza ‘strategica-militare’, si resero conto che le applicazioni tecnologiche della fissione nucleare avrebbero deciso della storia dell’umanità, oscillante fra una possibile tragedia assoluta e l’inizio di un’epoca di nuova prosperità. Questo rese ancor più vivo e d’attualità il dibattito sulla responsabilità degli scienziati nel processo di sviluppo dell’umanità: lo scienziato come uomo di potere o di sapere?
Gli eventi tragici nel corso del 1900 hanno resa evidente la fragilità dello scienziato specie quando viene strappato dalla ‘turris eburnea’ della ricerca pura a causa di sospetti e accuse di ‘impurità razziale’: la moglie di Fermi, Emilio Segrè. Edoardo Amaldi e altri collaboratori erano infatti di origine ebrea. La minaccia delle leggi razziali e l’impoverimento delle risorse per le ricerca di punta, avviarono quella massiccia fuga di cervelli che ha impoverito culturalmente il nostro Paese, processo che, purtroppo, non siamo ancora riusciti ad arrestare.
Ma è un errore associare la figura di Fermi alla pila nucleare o al primo ordigno nucleare: la sua fama di scienziato è legata ai progressi fatti dalla scienza in 30 anni di geniale e duro lavoro per il quale è stato insignito del premio Nobel per la fisica nel 1938. Il grande fisico Franco Rasetti, stretto collaboratore di Fermi, sottolinea che sotto l’influenza di Fermi si sviluppò una generazione di giovani fisici dedicati alla scienza e all’insegnamento ed alieni dagli intrighi della politica e protagonisti del grande prestigio che l’Italia ha goduto e gode tutt’ora a livello mondiale nella scienza e nella fisica moderna in particolare.
Benito Righetti, ravennate, dopo avere frequentato gli studi classici ha intrapreso gli studi e la carriera scientifica in diversi settori: laureatosi in Chimica-Fisica, è stato ricercatore presso l’Area di Ricerca del CNR di Bologna svolgendo ricerche nei campi della Foto-fisica e Radiazioni ad Alta Energia; laureatosi successivamente in Scienze Agrarie, ha svolto ricerche in campo internazionale (Canada, Olanda, Sud America) in Fotochimica, fisiologia delle piante e interazione pianta-ambiente. Successivamente ha svolto per 8 anni attività di diplomatico-consigliere scientifico presso l’Ambasciata Italiana d’Ungheria, promuovendo la cooperazione scientifica-tecnologica fra l’Italia e il Centro-Est d’Europa e la divulgazione dell’immagine di un’Italia protagonista in campo culturale-scientifico anche attraverso le celebrazioni dei suoi grandi geni-scienziati: e fra questi due grandi emiliani, Guglielmo Marconi ed Enrico Fermi, protagonisti di quella “Big Science” che ha pesantemente influenzato la politica e la storia del Novecento.


























































