Sull’annosa vicenda del ponte sarebbe ora che il sindaco De Pascale e l’assessore Del Conte dicessero finalmente la verità agli abitanti di  Mezzano, Torri,Grattacoppa, Conventello e Savarna. 

Verità che non può prescindere dall’ammissione di avere sbagliato tutto.  

Dai documenti relativi al progetto esecutivo messo a bando dalla Giunta de Pascale, risultano infatti errori madornali, persino grossolani. 

A partire dalla messa a bando del progetto, disposta in tutta fretta in vista delle allora ormai imminenti elezioni comunali. E si sa che la fretta è cattiva consigliera. Non fa eccezione nemmeno il progetto del nuovo ponte sul Lamone in località Grattacoppa. 

Gli intoppi, la sospensione dei lavori e i conseguenti ritardi che hanno portato allo slittamento a data da definire, della fine lavori non sono certo imputabili alla pandemia e ai ritardi nel reperimento dei materiali occorrenti, come ha dichiarato l’assessore del Conte cercando di darla da  bere ai residenti, dopo avere effettuato lo scorso febbraio un sopralluogo insieme al consigliere comunale del
PD Idio Baldrati. Nell’occasione, la Del Conte aveva annunciato la fine dei lavori al massimo entro inizio estate. 

Siamo a metà estate ormai, e non c’è ancora una data certa per vedere completata l’opera. La Del Conte ha mentito sapendo di mentire, poiché nella perizia di variante (approvata poi solo lo scorso 17 Giugni dalla Giunta Comunale de Pascale e di cui l’Assessore Del Conte fa parte) risultano errori importanti e carenze molto gravi a carico del progetto esecutivo messo a gara. 

Errori che stanno provo andò enormi ritardi che a loro volta provocano gravi disagi economici ma non solo ai residenti e alle attività economiche delle località di Torri, Grattacoppa, Savarna e Conventello. 

La correzione di questi errori, è bene ricordarlo, costerà ai ravennati ben 380.000 euro in più.

La perizia di variante ammette che il progetto esecutivo messo a bando era stato approvato prima di ricevere l’obbligatorio nulla osta  del Servizio Area Romagna dell’agenzia Regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile (arrivato al Comune di Ravenna solo 15 luglio 2020 , avendone  fatto richiesta in data 19 maggio 2020 e cioè alcuni mesi dopo l’inizio dei lavori). 

La Protezione Civile chiede che la difesa spondale, prevista in destra idraulica in corrispondenza delle pile del ponte dovrà essere estesa “a monte” della sezione del ponte stesso per tutta la lunghezza di risezionamento dell’alveo di magra (ulteriori 130 metri circa) raccordandosi all’estremità con la sezione esistente a completa difesa dei terreni golenali posti in rilevato.

Arriviamo poi al grottesco:

La perizia di variante attesta che il progetto era stato elaborato affinché le terre rinforzate per la rampa di scale al fine di non occupare la proprietà privata adiacente (lato Torri). 

In realtà, in piena esecuzione dei lavori, si sono accorti che non  è così e che le aree  di intervento per la realizzazione dell’opera, come rappresentate dal progetto,  ricadono in proprietà private adiacenti sia lato Torri che lato Grattacoppa in quanto, si legge nella perizia di variante,  la sovrapposizione planimetria genera evidenti  errori grossolani per l’esatta definizione dei confini con le proprietà adiacenti.  

Si è dovuti allora ricorrere a rivisitare il tracciato planimetrico di entrambe le rampe di approccio al nuovo ponte, modificandone la geometria e variando anche l’andamento altimetrico al fine di non occupare la proprietà privata. 

La ditta esecutrice si accorge anche di altre carenze ed errori del progetto esecutivo, tanto da chiederne una variante al fine di rudurre gli oneri manutentivi,  facilitare l’ispezionalità della struttura,  migliorare la durabilità e la qualità del  nuovo ponte.  

I correttivi riguardano inoltre le opere stradali, la tipologia dell’impalcato  compresi gli appoggi, le rampe di approccio al ponte  e le barriere di protezione, per evitare il rischio di finire nelle acque del Lamone. 

Insomma un progetto, quello iniziale, completamente sbagliato, come attesta la perizia tecnica che ha poi portato al progetto di variante, approvato qualche settimana dalla Giunta comunale. 

Allora perché la Del Conte e lo stesso sindaco de Pascale, più volte interpellati dai cittadini e dalla stampa locale, in questi mesi non hanno detto la verità, invece di inventare scuse per nascondere gli errori degli uffici tecnici comunali?

E così che amministrano il nostro Comune? Nascondendo a tutti noi cittadini problemi e cantonate che provocano danni economici e disagi ai noi Ravennati?