“Intervenendo all’Assemblea di ACMAR, il Vice Sindaco Eugenio Fusignani, ha portato il saluto del Sindaco e dell’Amministrazione comunale di Ravenna, esprimendo soddisfazione e orgoglio per “una cooperativa che ha segnato la storia della nostra città e che oggi possiamo dire, con orgoglio, ha ritrovato appieno il proprio ruolo nel panorama economico e sociale della nostra comunità”.

Nel suo intervento il Vice Sindaco ha sottolineato “il valore della cooperazione laica come espressione concreta del principio mazziniano secondo cui capitale e lavoro devono stare nelle stesse mani, come in ACMAR dove il senso dell’impresa è da sempre legato alla centralità delle persone e dei lavoratori-soci, protagonisti e non comparse”.

Particolare rilievo è stato dato al percorso di rilancio della cooperativa: “Un cammino che non è stato semplice e che per molti è sembrato un miracolo. Ma chi non crede ai miracoli sa che ciò che celebriamo oggi è frutto di lavoro, sacrificio e visione”. Una rinascita che ora guarda con fiducia al futuro anche grazie a un bilancio positivo e all’imminente uscita dal concordato.

Fusignani ha poi ricordato la collaborazione solida tra Comune e ACMAR: “ACMAR è un partner strategico per il Comune di Ravenna, capace di coniugare competenza tecnica, radicamento nel territorio e capacità operativa. Lo testimoniano i numerosi contratti in essere, come il Global Service per la manutenzione del patrimonio stradale, i tanti interventi infrastrutturali già eseguiti o in corso, i lavori post alluvione, la riqualificazione della Rocca Brancaleone, e lavori finanziati con fondi PNRR e Next Generation EU ”.

Nel corso del suo intervento, non è mancato un riferimento al clima culturale e politico attuale: “Viviamo un tempo in cui si fa strada una cultura al contrario, dove la semplificazione brutale viene scambiata per chiarezza, la volgarità per sincerità, e persino idee rozze vengono celebrate come geniali”. E ha aggiunto: “Purtroppo, la maggioranza di governo tende a considerare la cooperazione come un sistema di potere ideologico da osteggiare. Ma la cooperazione è tutt’altro: è un cardine dell’economia nazionale, garantisce qualità, competitività, occupazione e sicurezza”.

Per questo, ha concluso, la rinascita di ACMAR ha un valore ancora più profondo: “È la dimostrazione che esiste ancora spazio per il lavoro serio, per il merito condiviso, per un’impresa capace di essere anche presidio civico”.

Il discorso si è chiuso con un omaggio a Piero Calamandrei: “La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare. Voi, con il vostro lavoro, l’avete restituita a una cooperativa storica: la libertà di guardare al futuro con dignità, forza e ottimismo”.