“La FP CGIL lancia un allarme che non può più essere ignorato: il personale dell’Azienda USL della Romagna è allo stremo e non intravede alcuna luce in fondo al tunnel.
Nonostante la Direzione dell’AUSL della Romagna rivendichi di aver effettuato, in questi anni, un numero di assunzioni superiore a quello delle altre aziende sanitarie della regione, la FP CGIL registra criticità gravi e diffuse nella quasi totalità delle Unità Operative aziendali, in tutti gli ambiti territoriali. I problemi organizzativi, la persistente carenza di personale e l’aumento costante dei carichi di lavoro continuano a compromettere sia la qualità dei servizi erogati ai cittadini – basti pensare alle liste di attesa – sia le condizioni di lavoro delle lavoratrici e dei lavoratori.
Nel corso dell’ultimo incontro con le organizzazioni sindacali e le RSU dell’AUSL della Romagna – e già in precedenza durante la Conferenza Territoriale Sociale Sanitaria – il Direttore Generale ha ribadito con estrema chiarezza che una situazione già oggi fortemente critica è destinata a peggiorare ulteriormente nel 2026. Una prospettiva che desta profonda preoccupazione, soprattutto perché riguarda un personale già sottoposto a carichi di lavoro insostenibili e a una conciliazione vita-lavoro di fatto compromessa.
A queste dichiarazioni si sommano gli effetti di un CCNL che, nei fatti, non ha dato risposte adeguate al lavoro nella sanità pubblica e ha ulteriormente penalizzato le condizioni economiche e professionali di chi ogni giorno garantisce servizi essenziali alla collettività, anche all’interno dell’AUSL della Romagna. Il risultato è evidente: si lavora di più e si guadagna di meno, con un potere di acquisto drasticamente ridotto dall’inflazione.
È inaccettabile che a pagare il prezzo del malfunzionamento del sistema siano sempre e solo le lavoratrici e i lavoratori. Se il sistema non funziona, è necessario interrogarsi seriamente su come farlo funzionare meglio con le risorse disponibili, a partire da una diversa organizzazione del lavoro e da scelte aziendali e regionali coerenti, anziché scaricare inefficienze e mancanze su chi opera quotidianamente in prima linea.
Una popolazione sempre più anziana, bisogni assistenziali e servizi in costante crescita e, al contrario, un personale che diminuisce: questa equazione non è più sostenibile, soprattutto in un’azienda vasta e complessa come l’AUSL della Romagna. Siamo pericolosamente vicini a un punto di non ritorno.
La FP CGIL chiede con forza un cambio di rotta immediato: servono scelte politiche e organizzative coraggiose, investimenti strutturali sul personale, un vero piano di assunzioni e il rispetto dei diritti e della dignità di chi lavora nella sanità pubblica. Senza questi interventi, il rischio concreto è il collasso del sistema sanitario pubblico romagnolo, con conseguenze gravissime per lavoratori e cittadini.”
FP CGIL SANITA’ ROMAGNA

























































