La foto diffusa da Cassani che lo ritrae in un momento insieme a Vadalti

In queste ore, con un post su Facebook, il commissario tecnico della Nazionale di Ciclismo Davide Cassani ha voluto ricordare l’amico Vitaliano Vadalti scomparso per un malore improvviso nei giorni scorsi. Entrambi di Solarolo, Cassani e Vadalti per anni sono stati compagni di scuola, condividendo poi nel tempo la passione sportiva:
“Vitaliano era un mio amico, non c’è più. Stesso paese, Solarolo, stessa classe, ‘61, stessa passione per lo sport. Ci siamo conosciuti all’ asilo.

Vito era il mio migliore amico. Quando Don Antonio ci portava in gita, eravamo talmente piccoli che il nostro letto era il bagagliaio del pulmino.
Abbiamo cominciato a giocare a calcio insieme. Lui era il più bravo, mezzala, io ala sinistra, centravanti Gaddoni, sulla destra Morini. Lui il regista con al fianco Berti e dietro Porcellini, Raspanti, Alessandrelli e Randi. In porta Marchini.
Avevano 12/13 anni e vincevamo quasi sempre. In quell’anno da pulcini abbiamo perso solo l’ultima partita, la finale del campionato contro il Faenza. Il nostro allenatore si chiamava Geo e per venire ad allenarci si faceva 15 km in motorino. Grazie a Vito di goal ne facevo tanti ma lui ne faceva più di me.
Io e Lui eravamo i più bravini e dal Solarolo andammo a giocare nel Castel Bolognese. Vito titolare, io riserva. Lui andò l’anno dopo al Cesena, io mi dedicai al ciclismo.
È stato per tanti anni il mio compagno di banco all’Oriani di Faenza (ragioneria). Eravamo gli ultimi della fila centrale, davanti a noi Elena e Antonella. La prima ora del lunedì era dedicata alla lettura di “Stadio”. Lui leggeva di calcio ed io il ciclismo. Si, in quegli anni anche Stadio aveva tutti i giorni una pagina dedicata alle biciclette.
Lui è diventato commercialista, io ciclista ma anche se le nostre strade si sono divise non si sono mai allontanate. Dopo avere mollato il calcio quasi tutti i giorni andava in bicicletta. Il giro delle Caibane era la sua pausa pranzo anche se, oltre al ciclismo, la sua grande passione era il Kay Surf, un autentico fuoriclasse.
Sempre sorridente, aveva una gran voglia di vivere e divertirsi, mai fumato, mai bevuto, una vita super sana, lo sport nel sangue e la bontà nel cuore. Quel cuore che lunedì scorso ha smesso di battere, all’improvviso. Voglio pensare che se ne sia andato con quel suo bel sorriso tra le labbra. Nei suoi ultimi 10’ minuti di vita ha pedalato, era dal medico per un controllo ma subito dopo, senza dire nulla a nessuno, ha chiuso gli occhi ed è andato dove vanno i giusti”