Dopo i disastri dell’alluvione, cerchiamo di riprendere una certa “normalità”.
La Bottega Bertaccini ha subìto pochi danni, fortunatamente, e dopo alcuni giorni di chiusura ha riaperto i propri locali.
Il primo incontro del “dopo” è dedicato a due libri, usciti a pochi mesi di distanza uno dall’altro, che ci riportano a uno dei periodi fra i più neri della storia della nostra città, dal primo dopoguerra alla Liberazione.

Stiamo parlando dei lavori di Angelo Emiliani “Storia del PCI di Faenza / 1919-1944” (Polaris Editore) e quello di Pietro Baccarini “Popolari e fascisti” (Tipografia Faentina Editrice).

Il libro di Emiliani ripercorre la storia dei comunisti di Faenza, una minoranza che si è opposta con tenacia e sacrificio alla reazione fascista subendo violenze, confino e carcere, che ha agito nella clandestinità e ha dovuto adeguarsi alle direttive del movimento internazionale al quale apparteneva, che ha saputo fornire un apporto essenziale, generoso e unitario, alla lotta per la sconfitta del nazifascismo e per la conquista della nuova Italia democratica e repubblicana.
“Spero di non peccare di presunzione – scrive l’Autore – affermando che questa è la prima ricerca ad aver ricostruito le vicende dei comunisti faentini negli anni del fascismo e della guerra. La difficoltà maggiore l’ho incontrata nel reperimento delle fonti; del resto, un partito costretto ad agire nella clandestinità lascia poche tracce documentali. È stato quindi necessario ricorrere alle poche testimonianze dei protagonisti e, soprattutto, scavare a lungo negli archivi. Mi sono attenuto a due criteri di fondo: collocare quelle vicende nel contesto più ampio per fornire riferimenti senza i quali sarebbe difficile comprendere e documentare rigorosamente ogni affermazione”.

Il libro di Pietro Baccarini pone l’accento sull’anniversario dell’assalto fascista alla Casa del Popolo di via Castellani, avvenuto il 13 febbraio 1923. I Cattolici Democratici Popolari a Faenza erano una realtà politica, sociale, culturale e religiosa molto importante che nei primi decenni del secolo aveva profondamente inciso nella realtà del territorio, creando strutture di sostegno alle classi più bisognose, cooperative in campo agricolo, Casse rurali, attività sportive e ricreative.

Questo intenso lavoro aveva fatto guadagnare un vasto consenso politico all’appena costituito Partito Popolare di don Sturzo, fondato nel 1919, manifestatosi in maniera consistente nelle elezioni del 1919, poi in quelle successive del 1920, che portarono alla guida del Comune una Giunta popolare guidata dal sindaco Antonio Zucchini. Questa presenza ebbe importanti riflessi in tutto il territorio e di fronte al nascente fascismo costituì un ostacolo all’affermarsi di questa nuova forza politica. Faenza rappresentava un caposaldo imprescindibile, addirittura una roccaforte del mondo cattolico democratico e popolare di grande prestigio.
Il confronto fra Pietro Baccarini e Angelo Emiliani avverrà sabato 24 giugno alle ore 17.30 alla Bottega Bertaccini di Faenza.